La prima BMW M3 aveva il motore della Formula 2

La BMW M3 E30, cioè la capostipite di una lunga serie di berline sportive di Monaco di Baviera firmate “Motorsport”, è una delle auto leggendarie degli anni Ottanta che abbiamo avuto la fortuna di provare nel nostro #perchécomprarlaclassic. Ne sono state prodotte circa 20.000 dal 1986 al 1992 e oggi per assicurarsene una in buone condizioni bisogna spendere almeno 40.000 euro, una cifra che può salire anche fino a 100.000 se si tratta di serie speciali particolarmente ben conservate. Una delle sue caratteristiche principali e certamente più preziose è quella di avere un motore veramente “da corsa”. In quegli anni, infatti, per un propulsore benzina intorno ai 2 litri era normale erogare circa 100 CV. Il 2.3 della M3 E30, invece, disponeva di ben 200 CV a 6.750 giri minuto. Il segreto di questo propulsore era la sua stretta derivazione dall’unità che equipaggiava le Formula 2 a partire dal 1972.

Dagli anni Sessanta

Ma la sua storia, è ancora più affascinante, perché si perde all’inizio degli anni Sessanta, quando BMW mise in produzione il primo 4 cilindri in linea della serie M10 che equipaggiava le 1500 e le 1502. L’M10 è stato un vero e proprio pilastro della produzione di Monaco di Baviera, visto che in tutte le sue varianti è finito sotto il cofano anche della 2002 turbo, così come delle varie 318 e 518 degli anni Settanta e Ottanta. Dall’M10 è derivato l’M12, ovvero il motore di Formula 2 impiegato dal 1972 fino alla seconda metà degli anni Ottanta su monoposto come la March, dove era in grado di oltrepassare i 300 CV. E proprio dal basamento dell’M12 è nato il motore 4 cilindri S14, ovvero quello della M3 E30, che aveva la stessa testata (tagliata) a doppio albero a camme in testa e a 4 valvole per cilindro del motore M88, cioè il 3.5 6 cilindri in linea della prima M5.

Agli anni Novanta

Con questa carta di identità dal pedigree assoluto, il quattro cilindri della BMW M3 E30, che venne anche rialesato per raggiungere i 2.3 litri, era un vero e proprio motore da corsa infilato sotto il cofano di un’auto da strada. Ma non è tutto, perché ci furono anche altre versioni di questo S14, in primis quella da 2 litri (S14B20) per i mercati italiano e portoghese che avevano l’IVA per i beni di lusso; così la 320is aveva 192 CV a 6.900 giri minuto. Poi il primo 2.3 (S14B23) venne evoluto fino a raggiungere i 220 CV, sempre a 6.750 giri e questa è la versione S13B23 EVO. Infine, canto del cigno della M30 E30, nel 1989 arrivò il 2.5 litri (S14B25 EVO) i cui cavalli aumentavano fino a 238 a 7.000 giri. Nel 1992, poi, cambiò tutto, con la M3 E36 che era spinta da un 3.0 6 cilindri in linea (S50 B32) da 286 CV. Ma questa è un’altra storia.

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