Vietare il lavoro ai depressi se si tratta di piloti, o anche di autisti. Sta suscitando polemiche in Germania la proposta del ministro degli Interni della Baviera, Joachim Herrmann, di introdurre per i depressi un assoluto “divieto di lavoro” se esercitano certe professioni delicate. Dopo lo schianto dell’A-320 della Germanwings, costato la vita a 150 persone e deliberatamente provocato dal co-pilota Andreas Lubitz, malato di depressione, si comincia a discutere di misure drastiche. 

Secondo Herrmann si potrebbe valutare una misura simile solo in presenza di «un’approfondita diagnosi medica». Se risulta che «un pilota, un autista di autobus o di taxi non è nelle condizioni di poter esercitare a lungo termine la sua professione, di trasportare uomini o merci senza costituire un pericolo per la vita degli altri, allora a queste persone si deve ritirare la licenza di volo o di guida». Un’idea condivisa anche dal vicecapogruppo al Bundestag del partito socialdemocratico Spd, Karl Lauterbach: «Determinate forme di depressione potrebbero avere come conseguenza in particolari condizioni un divieto di lavoro». 

Sui social network la proposta ha scatenato polemiche: fra le altre cose, si obietta che la possibilità di vietare del tutto il lavoro ai depressi potrebbe spingerli a tenersi nascosti e a non cercare aiuto per paura di pagare un prezzo esorbitante.