BERNA – Per anni si è fregiato di un titolo accademico che non possedeva, ma la verità è venuta a galla solo ora, a pochi mesi dalla pensione. Il personaggio in questione è Urs Staub, responsabile della sezione Musei e collezioni dell’Ufficio federale della cultura (UFC), che dopo le insistenze del “Tages-Anzeiger” ha dovuto ammettere di non aver mai conseguito il dottorato di ricerca (Dr. Phil), come invece millantava.
Staub non è un incompetente: ha studiato a Friburgo, Tubinga e Monaco di Baviera teologia cattolica, storia dell’arte, storia della chiesa, archeologia cristiana ed Egittologia.
Tuttavia, quel dottorato di ricerca che avrebbe ottenuto nel 1981 alla Università di Monaco di Baviera sui riti di incoronazione dei faraoni egiziani non l’ha mai finito. In un primo momento, scrive il quotidiano, ha dichiarato di non aver potuto pubblicare la sua ricerca per mancanza di mezzi: la tesi non è stata quindi accolta, tuttavia ha superato gli esami di dottorato.
Una spiegazione giudicata poco credibile dal quotidiano svizzero tedesco che, alla fine, è riuscito a fargli confessare ciò che celava da molto tempo: la tesi di dottorato è stata sì incominciata, ma non è mai stata finita. Per “compensare questo deficit scientifico”, a partire dal 1990 Urs Staub ha fatto precedere il suo nome dalla famosa formula “Dr. Phil”, un titolo che nell’area germanofona fa ancora un certo effetto. Al giornale, Staub si è detto dispiaciuto dell’errore.
L’alto funzionario andrà in pensione a fine febbraio dopo quasi 30 anni trascorsi alle dipendenze della Confederazione. Poiché ha ferie in arretrato, tra due settimane e mezzo dirà addio ai colleghi.
Stando a una fonte anonima citata dal “Tages-Anzeiger”, le persone vicine a Staub e che bazzicano l’ambiente dei musei sapevano che l’alto funzionario si fregiava di un titolo farlocco. Tuttavia, considerato il potere di Staub nella distribuzione di finanziamenti – svariati milioni – a istituzioni diverse, molti avrebbero preferito tacere. Stando alle informazioni raccolte dal giornale, i superiori di Staub – quelli attuali e passati – sapevano che il loro funzionario ostentava un titolo non meritato.
Confrontata con i rimproveri mossi a Urs Staub, la direttrice dell’UFC, Isabelle Chassot, ha dichiarato al quotidiano di voler chiarire la faccenda col diretto interessato, prima di esprimersi.
Stando al professore di diritto del lavoro all’Università di San Gallo Thomas Geiger, una vicenda del genere, se provata, può essere motivo di un licenziamento in tronco. È ancora da chiarire se vi possono essere implicazioni di carattere penale. Una cosa è però certa: il datore di lavoro non ci fa bella figura.