Nuovo colpo di scena sul ritrovamento del tesoro di Hitler, composto da quadri e 1.500 opere d’arte dal valore inestimabile. Cornelius Gurlitt, l’uomo nel cui appartamento di Monaco di Baviera sono stati scoperti due settimane fa oltre 1.400 quadri, tra cui capolavori sconosciuti di Matisse, Klee, Picasso e espressionisti tedeschi, afferma di essere il legittimo proprietario di quelle straordinarie opere, di non volerle cedere e di essere determinato a lottare per restarne in possesso.
I ‘suoi’ quadri gli mancano e “devono tornare a casa”. Quanto a suo padre, non è mai stato un nazista. L’eccentrico ottantenne spiega il suo personalissimo punto di vista in una lunga intervista a Der Spiegel, la prima dalla scoperta, che il settimanale titola ‘Intervista con un fantasma’. Gurlitt racconta che suo padre, mercante d’arte dal passato travagliato sotto il nazismo, aveva acquistato queste opere legalmente ed è ovvio quindi che lui, in quanto erede, se ne sia ritrovato in possesso. L’intervista si svolge a bordo di un treno, che Gurlitt prende regolarmente per andare a vedere il suo medico nel sud della Baviera, perché ha seri problemi di salute.
Parla dei ‘suoi’ dipinti come fossero l’amore della sua vita, una vita non reale. Il giornalista del settimanale tedesco, che ha trascorso con l’anziano ben 72 ore, lo descrive come un uomo rimasto intrappolato nel passato, quasi privo del contatto con la realta’ circostante e che non capisce molto quello che gli sta accadendo. Gurlitt si è detto scioccato dall’attenzione di cui e’ oggetto: «Non sono Boris Becker, che cosa voglio da me queste persone?”» .«Volevo solo vivere con i miei quadri», ha detto.
Un giorno del febbraio 2012, degli ‘estranei’, come Gurlitt definisce gli uomini della dogana tedesca, forzarono la serratura della porta di casa e si introdussero nel suo appartamento. Erano in molti, forse 30, racconta l’anziano. Il racconto, mano a mano diventa uno sfogo per lo shock subito. ‘Loro’ hanno trascorso giorni ad avvolgere la sua vita in coperte, imballarla in scatole di cartone e infine portarla via. E lui, racconta ancora, è rimasto seduto in silenzio in un angolo a guardare tutto questo. Non si sono lasciati nulla dietro, nemmeno la piccola valigia che conteneva le sue opere preferite, una raccolta di lavori su carta. Quanto a suo padre, di cui la stampa ha molto parlato in questi giorni, Gurlitt ci tiene a sottolineare non e’ mai stato un nazista.
A quei tempi, ricorda Gurlitt, in famiglia non si parlava bene del Fuhrer. Suo padre oppose resistenza al dittatore, ma in modo cosi’ discreto che nessuno mai se ne accorse. L’eccezionale ritrovamento, ricorda la Bbc, rappresenta un tesoro sensazionale, stimato in 1,35 miliardi di dollari. Tra le opere ci sono dipinti di Marc Chagall, Max Beckmann, Franz Marc, Pablo Picasso, Henri Matisse, solo per citarne alcune. I dipinti furono raccolti, ormai è più che noto, dal padre di Gurlitt, Hildebrand, critico d’arte nonché mercante, morto nel 1956, che dopo il 1933 fece affari con i nazisti. Che fine faranno i dipinti non è dato ancora saperlo. Potrebbero essere restituiti agli eredi dei legittimi proprietari a cui vennero trafugati ai tempi dei nazisti, o finire nei musei o, addirittura, ritornare nelle mani di Gurlitt, se riuscirà a dimostrare di esserne il legittimo proprietario.