TREVISO – Il suo futuro sarà migliore. Finalmente una svolta per la vita dell’orsa Alice sequestrata dagli agenti della Forestale da una struttura alberghiera di Godega di Sant’Urbano (Treviso). È stata accolta da lunedì scorso al bioparco di Monaco di Baviera in compagnia di altri esemplari. Alice, di oltre 30 anni di età, era arrivata clandestinamente in Italia nel 1980 e, sballottata da strutture circensi, al recinto nel giardino di un albergo-ristorante, dove è stata sequestrata dal Corpo forestale dello Stato di Vicenza.
Diventata nel tempo un’attrazione per i visitatori, Alice era tenuta all’interno del parco annesso alla struttura turistica senza certificati che ne comprovassero la legale provenienza. Orso bruno (Ursus arctos) è la specie di appartenenza dell’esemplare, annoverata tra quelle pericolose per l’incolumità dell’uomo e sottoposte al più alto grado di tutela da parte della Convenzione di Washington (Cites) su animali e vegetali a rischio di estinzione. In seguito alle segnalazioni di un’associazione animalista e all’intervento dei Nas di Treviso, alle quali aveva fatto seguito un servizio di “Striscia la notizia”, la struttura era stata posta sotto sequestro amministrativo già due anni fa. Il legale rappresentante della struttura che la ospitava era stato segnalato dalla Forestale all’autorità giudiziaria per detenzione illegale di specie protette. Di Alice si sa che inizialmente proveniva da un circo russo, ma non si conoscono le sue origini.
Senza un passato, ma con un futuro migliore all’orizzonte grazie dunque all’intervento dei Nas e all’impegno dell’Associazione Animals Asia Foundation Italia Onlus, che ha individuato nel Bioparco «Gnadenhof fur Baden» di Monaco di Baviera un sito ottimale per la detenzione dell’animale, che potrà vivere in compagnia di altri plantigradi e in uno spazio vasto e adeguato dal punto di vista ambientale. Alice condivideva la detenzione con il suo compagno, finito anch’esso nel parco del ristorante in provincia di Treviso e, purtroppo, morto da poco. La scomparsa dell’animale ha gettato l’orsa in uno stato di prostrazione. L’operazione di trasferimento è stata organizzata dal Servizio Cites di Vicenza, con gli esperti della centrale di Roma del Corpo forestale dello Stato e la collaborazione dei membri dell’associazione e dei veterinari del Parco tedesco giunti apposta fino a Godega.
«La notizia della liberazione di Alice ci riempie di gioia, è un grande risultato nella lotta ai maltrattamenti contro gli animali» esulta Adriano De Stefano, presidente dell’Enpa Treviso. «Vorrei ringraziare Carmen Aiello dell’Asia Foundation, i Nas di Treviso e Striscia la notizia per averci aiutato a mettere in luce una situazione di detenzione illegale. L’unico rammarico che ci resta è che la situazione si sia trascinata così a lungo e, di conseguenza, di non essere riusciti a salvare il compagno di Alice che è morto senza aver mai potuto calpestare un metro di erba fresca».
La cattura di Madi in Friuli. Intanto i veterinari dell’Università di Udine hanno catturato tra i comuni friulani di Taipana e di Lusevera, alle pendici del Gran Monte, in provincia di Udine, il terzo orso in Friuli Venezia Giulia dal 2007 con l’obiettivo di predisporre un collare satellitare per studiarne i movimenti e raccogliere informazioni utili alla salvaguardia di questa specie. La cattura è avvenuta grazie ad una gabbia appositamente realizzata dall’Ateneo friulano e per la prima volta utilizzata in Italia per la cattura di questa specie. L’orso è stato chiamato Madi. L’operazione è stata compiuta da un team del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università di Udine in collaborazione con il Corpo di polizia locale della Provincia di Udine, con il supporto del Corpo forestale della Regione Friuli Venezia Giulia.
L’orso pesa circa 120 chilogrammi e ha un’età stimata tra i 3 e i 4 anni. L’animale è stato catturato e narcotizzato nella notte del 20 maggio scorso, alle 23.21. Si è quindi risvegliato e ha abbandonato il sito verso le 4 del mattino successivo. Nel frattempo tra la mezzanotte e l’una il gruppo di cattura ha realizzato le misurazioni del caso e predisposto il collare. «Si tratta – spiega Stefano Filacorda, responsabile dell’equipe di ricercatori dell’Università di Udine – probabilmente di uno dei due orsi che da circa due mesi frequentano la zona della Val Torre». L’orso è stato dotato di un collare Gps che permetterà per un anno e mezzo di monitorare i suoi movimenti e studiarne i comportamenti.
Il collare di Madi invierà agli operatori i punti Gps per la localizzazione dell’orso attraverso un sistema telefonico Gsm, con il quale gli operatori potranno a loro volta comunicare con il collare, raccogliere dati sui movimenti e i comportamenti. «La predisposizione del collare – sottolinea Filacorda – permette di controllare l’orso anche nel caso effettui attacchi agli animali domestici o nei suoi movimenti nella vicina Slovenia nel caso raggiunga aree per lui a rischio ovvero dove è permesso l’abbattimento».