MONACO DI BAVIERA, Germania — E’ stato tratto in salvo lo speleologo tedesco di 52 anni ferito e bloccato per 11 giorni nella più grande grotta della Germania, la Riesending-Schachthöhle, in Baviera.
Le operazioni di salvataggio si sono concluse nel primo pomeriggio, intorno alle 13. Hanno visto impegnati 109 tecnici del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (Cnsas) su più turni di lavoro. Dividendosi in più squadre, non hanno esitato ad accorrere sulle montagne bavaresi per portare soccorso.
I tecnici italiani hanno lavorato ciascuno per diverse decine di ore senza interruzione e senza risparmiare energie per recuperare attraverso una barella il ferito, affrontando tutti i tratti profondi e pericolosi della grotta.
Un contributo determinante alla sopravvivenza del ferito è stato dato da tutti i tecnici coinvolti nell’accudire l’infortunato e dai 5 medici e 3 paramedici del Cnsas, tutti esperti in soccorso medicalizzato in ambiente ostile.
Con l’uscita dalla grotta dell’ultimo speleo soccorritore, l’operazione di soccorso ha riportato in superficie il malcapitato, infortunatosi l’8 giugno scorso mentre si trovava alla profondità di 980 metri. L’uomo era stato travolto da una caduta di massi.
I tecnici che si sono avvicendati nelle ultime fasi del recupero sono stati pian piano elitrasportati dalla cima della montagna al campo base allestito presso la caserma dell’esercito.
Con l’ultimo elistrasporto, avvenuto alle 14:30, si sono ufficialmente concluse le operazioni che hanno visto coinvolti sanitari e tecnici di nazionalità tedesca, italiana, austriaca, svizzera e croata.
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