Rimini, 4 nov. (LaPresse) – Rifiuti problema d’Europa. Per provare a risolverlo oggi Utilitalia ha illustrato quelle che in inglese si chiamano ‘Good practices’ in materia, in una tavola rotonda organizzata ad Ecomondo a Rimini che ha coinvolto 5 città europee: dalla piccola Lubiana a Monaco di Baviera, da Firenze a Parma per arrivare a Bologna. Mentre in Italia e al Governo, dal 1998 ad oggi si discute se la raccolta dei rifiuti sia una tassa o un tributo, chi debba riscuoterlo e come far pagare l’effettivo consumo, la tecnologia ha fatto tali progressi che forse il problema è già stato risolto: oggi ognuno potrebbe già pagare per quanti rifiuti produce utilizzando il suo smartphone ogni volta che getta qualcosa nei bidoni.
Questo il piano di Hera per Bologna, dove la differenziata oggi è già al 44,3%, terza in Italia dopo Firenze e Milano tra le grandi città, ma dove con il progetto Hergo Ambiente si vogliono mettere in rete 3mila operatori, emanare 1900 ordini di servizio, 1300 veicoli, 4500 itinerari e targare 300mila tra bidoni, bidoncini e fusti dei rifiuti.
Così facendo, ogni contenitore raccolto sarà ‘letto’ dai mezzi che ne peseranno il contenuto calcolando per ogni palazzo, casa e appartamento quanto pagare. Fantascienza? Sì, perché finché il Governo non produrrà l’agognato decreto sulla tariffa per la raccolta puntuale, nulla di tutto ciò si può realizzare. Intanto Bologna ha però già lavorato per migliorare la sua raccolta differenziata, con strategie diverse da zona a zona della città, realizzando anche metà delle isole ambientali sotterranee, che in superficie appaiono come un cestino per carta, vetro e imballaggio, ma che in realtà hanno un volume di tre metri cubi sotto il manto stradale, limitando presenza e volume dei classici bidoni: nel quartiere San Vitale la differenziata con questo sistema è schizzata dal 30% al 63%. In attesa dell’inceneritore, per cui si aspetta l’ultimo sì da Roma.
A Lubiana, che sarà la capitale green d’Europa nel 2016, si è invece già arrivati al 61% di differenziata, prima nell’unione, ma senza alcun inceneritore, altro record della capitale slovena. Qui si è lavorato molto sulla psiche degli abitanti, anche con campagne pubblicitarie arrembanti, che hanno ridotto la produzione stessa dei rifiuti, ‘insegnando’ la filosofia del riutilizzo. Sono così scese da 100mila a 44mila le tonnellate di rifiuti residue, mentre la raccolta differenziata è passata da 16 a 145 chili pro capite. Un risultato talmente positivo, che la società che gestisce la raccolta, Snaga, lo scorso dicembre non ha fatto pagare alcunché agli abitanti di Lubiana. Questa ‘zero waste philosophy’ ora sarà allargata anche in ambito regionale, in attesa di risolvere il vero problema della capitale slovena, ovvero il 31% di rifiuti che vengono ancora interrati.
A Monaco di Baviera invece viene interrato appena l’1% dei rifiuti prodotto. Il resto finisce al 55% in riciclo, il 44% nell’inceneritore. Che i tecnici della Awm già sanno che nel 2030 smetterà di essere conveniente, ed ecco perché o ne faranno uno nuovo, o utilizzeranno una tecnologia nuova nata di qui ad allora. Tra le caratteristiche della raccolta della capitale della Baviera, spicca la norma secondo cui si paga solo per la raccolta dei rifiuti indeferrenziati, mentre gli altri se debitamente raccolti vengono portati via gratis. Anche perché, ad esempio con i rifiuti organici a Monaco ci fanno 10mila sacchi di compost che vendono a oltre 7 euro l’uno.
Capita anche a Firenze, dove Quadrifoglio con quanto raccolto attraverso la differenziata, realizza anche mobili, arredi, panchine e un’infinità di altri prodotti. Qui la differenziata è al 55,67%, con un picco del 60% nel terzo trimestre 2015, e l’obiettivo del 65% al 2017. Numeri che aumenterebbero il distacco della città del Giglio, che già oggi come detto è leader tra i capoluoghi italiani. Anche a Firenze, per difendere gli 0,4 ettari di superficie del centro storico, che sono patrimonio dell’Unesco, si è scelto di installare di bidoni sotterranei come a Bologna, con risultati positivi ma anche qualche inconveniente, ad esempio il ritrovamento di una mini necropoli appena sotto piazza della Repubblica. Scheletri a parte, attorno a Firenze si lavora per incentivare la raccolta privata, e il riutilizzo proprio come a Lubiana. Segno evidente che una ricetta vincente non c’è, ma condividere le soluzioni fa più che bene.
Utilitalia, che gestisce attraverso le sue 577 delle aziende che operano nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas, la raccolta del 65% dei rifiuti in Italia, l’ha ribadito attraverso le parole del suo vicepresidente, Filippo Brandolini, che ha ribadito per il nostro Paese che “il servizio della raccolta rifiuti non può essere sottoposto come una tassa patrimoniale, riteniamo che vi debba essere un rapporto diretto tra l’impresa e il cittadino, quindi vorremmo evitare l’intermediazione dei comuni” come avviene oggi, poiché il calcolo dei consumi è legato ai metri quadri dell’abitazione e la riscossione del tributo affidata a società terze.