Anche la Germania si riscopre un po’ sud- europea: il capogruppo cristianosociale nel parlamentino del Land della Baviera è stato costretto a dimettersi dall’incarico sotto i colpi di durissime accuse di nepotismo.
Georg Schmid, questo il suo nome, per anni ha corrisposto, con i fondi pubblici, uno stipendio tra i 3500 e i 5500 euro alla moglie, assunta nel suo staff.
Tutto ciò è potuto accadere grazie a un cavillo che gli ha consentito di aggirare una legge che dal 2000 vieta ai parlamentari bavaresi di assumere coniugi o figli.
Lo scandalo sta scuotendo dalle fondamenta la Csu, a soli cinque mesi dalle elezioni federali e dal voto che rinnoverà il governo bavarese.
Da giorni Schmid era finito al centro di attacchi incrociati da parte delle opposizioni in Baviera e nel resto del Paese.
A dire il vero non è stato il solo a sfruttare il cavillo galeotto: 17 dei 92 deputati della Csu avevano casi simili nei loro curriculum, ma nel frattempo i rapporti di lavoro erano stati conclusi.
Schmid si è difeso in una nota spiegando di avere, dal suo punto di vista, agito sempre nell’ambito della legge e correttamente. Ma nel frattempo i vertici del partito avevano già preso le distanze dal suo operato, e il passo indietro era diventato inevitabile.