Il pneumologo romano Antonio Pulcinelli e altri colleghi sul bus da Monaco a Milano
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ROMA – Una zingarata in pullman: da Monaco di Baviera a Roma, 930 chilometri. Quella che a prima vista potrebbe apparire una gita da «Amici miei» è in realtà il faticoso viaggio che una cinquantina di noti professori e ricercatori romani hanno affrontato dal Sud della Germania al Cupolone di San Pietro . E’ la svolta imprevista di una disavventura che ha coinvolto parte dei 21 mila professori e medici partecipanti al Congresso europeo di pneumologia in corso nel capoluogo bavarese. Al termine dei lavori del meeting organizzato dalla European respiratory society (Ers), mercoledì 10 settembre, un nutrito gruppo di medici italiani è rimasto a terra a causa di uno sciopero di Lufthansa. E si è dovuto organizzare per tornare via terra.
Autostrada e ferrovia dalle Alpi al Tevere
«Al posto di un volo da 2 ore e mezza, abbiamo dovuto affrontare un viaggio di oltre 12 ore – spiega il dottor Antonio Maria Pulcinelli, dirigente pneumologo, da 40 anni in servizio al San Camillo – Forlanini di Roma -. Per fortuna ci ha salvati la nostra hostess che, saputo alle 4 di notte dello sciopero, ha organizzato un pullman per Milano. Da lì, poi, abbiamo preso il Frecciarossa». Con il gruppo romano viaggivano anche alcuni professori napoletani, che sono stati accompagnati alla stazione di Verona per prendere il treno. Stessa situazione per altri luminari del settore, specialisti italiani che erano attesi nei loro ospedali o negli studi giovedì. «Invece i nostri pazienti hanno dovuto subire il disagio di vedersi rimandare gli appuntamenti – sottolinea Pulcinelli – perché i dottori erano bloccati da uno sciopero aereo».
«Uno sciopero per danneggiare i congressisti»
Mercoledì mattina, ai dottori che avevano chiuso le valige ed erano pronti a raggiungere l’aeroporto, è stato comunicato lo sciopero locale dei piloti della compagnia di bandiera tedesca. Annullati il volo Monaco-Roma ma anche tutti gli altri operativi: «E’ assurdo – contestano i professori -, noi siamo partiti in pullman, ma molti altri sono rimasti a Monaco e sperano di volare giovedì, ma chissà che se ce la faranno. Niente di garantito». Quel che più irrita gli studiosi a congresso è che «lo sciopero sembrava studiato proprio per danneggiare i medici invitati dall’Ers: i piloti si sono fermati soltanto a Monaco, non ci sembra un caso visto che il congresso con migliaia di partecipanti era stato ampiamente pubblicizzato; perfino con cartelli sulle indicazioni stradali».
«Vogliamo le scuse dei ministri tedeschi»
«Molti medici – spiega il dottor Pulcinelli – dovranno comunque prendersi un giorno di ferie per rientrare, perchè il permesso del congresso è finito. Soltanto dalla mia azienda, dal San Camillo, saranno almeno 15 persone, compresi diversi primari, ma c’erano anche colleghi del Pertini, dell’Università di Tor Vergata, gente dell’università di Bologna e di Napoli, tanti nomi altisonanti del settore». La rabbia, ripetono i congressisti, «è per la sfacciataggine dei piloti tedeschi: è stato uno sciopero mirato, una cosa offensiva; vogliamo le scuse dei ministri dei Trasporti e della Sanità tedeschi, nonché della compagnia aerea». Il gruppo dei medici romani ha raggiunto Roma in tarda serata, mentre altri gruppi (ognuno ospite di diverse case farmaceutiche) sarebbero ancora in viaggio: c’erano anche primari milanesi, luminari cinesi e indiani, esperti francesi, greci, turchi, statunitensi, vietnamiti, australiani; delegazioni da 30 Paesi. Decine i pullman partiti da Monaco per varie destinazioni. Tanti hanno preso un’auto a nolo e tentato di raggiungere altri aeroporti, ma era tutto occupato. I disagi, anche per i pazienti in attesa del proprio pneumologo, potrebbero protrarsi fino a venerdì.