Migranti, ok dell’Ue all’uso della forza contro gli scafisti. Alfano …

I 28 paesi europei hanno dato il via libera formale per l’avvio della ‘fase 2’ della missione navale EuNavFor Med che prevede l’uso della forza contro gli scafisti nel Mediterraneo. La proposta è passata come “punto A” (senza discussionè) nel Consiglio Affari Generali riunito oggi a Bruxelles.

L’operatività è prevista entro i primi di ottobre. Anche la Slovacchia ha introdotto intanto controlli temporanei alle frontiere con Austria e Ungheria. Lo ha detto il ministro dell’Interno. Si tratta di una reazione alla misura tedesca, ha spiegato.

Il Consiglio straordinario Ue degli Affari interni ha anche approvato lo schema di redistribuzione di 40 mila richiedenti asilo da Italia e Grecia verso gli altri Paesi Ue. La proposta era stata presentata dalla Commissione europea a maggio e approvata a luglio dal Consiglio Ue, che però si era fermato alla redistribuzione di 32 mila rifugiati. Il Consiglio Affari interni sta ora discutendo dell’istituzione degli hot spot per l’identificazione dei richiedenti asilo nei Paesi di primo arrivo.

«A nostro avviso deve essere Frontex a fare i rimpatri. Deve essere una responsabilità europea e ci vogliono i soldi europei per organizzarli», così il ministro dell’Interno Angelino Alfano arrivando al Consiglio Ue straordinario degli Affari interni sull’immigrazione a Bruxelles.

«Siamo qui per riaffermare l’esigenza di un’Europa sicura e solidale. E sarà più sicura se i Paesi europei saranno più solidali fra loro e per farlo occorre allocare nei 28 Paesi Ue i richiedenti asilo e allo stesso tempo lavorare sui rimpatri. Coloro che non hanno diritto all’asilo vanno rimpatriati. Secondo noi, questo lo deve fare Frontex: deve essere una responsabilità europea e ci vogliono i soldi europei per organizzare i rimpatri», ha sottolineato Alfano. «Collocare i richiedenti asilo nei Paesi Ue con una distribuzione equa e al tempo stesso organizzare un sistema efficiente di rimpatri pagato dalla Ue credo che sia la strategia corretta», ha aggiunto.

Il governo austriaco, dopo aver intorodotto «controlli temporanei alle frontiere», ha deciso intanto l’invio dell’esercito, in supporto della polizia che sta già operando lungo il confine con l’Ungheria. Come ha ribadito il cancelliere Werner Faymann, il diritto di chiedere asilo non è messo in discussione. Al valico di Nickelsdorf solo nella giornata di ieri si sono registrati 10.256 arrivi.

Francia. «Sono già state date disposizioni» per ristabilire nuovamente i controlli alla frontiera francese con l’Italia «se si ripeterà una situazione identica a quella di alcune settimane fa». Lo afferma il ministro dell’interno francese, Bernard Cazeneuve. Parlando al fianco del collega tedesco Thomas de Maiziere, ha sottolineato che «la Germania è legittimata a ristabilire i controlli alle frontiere per assicurarsi il rispetto delle regole che ci uniscono» in Europa, a cominciare dal Codice delle frontiere di Schengen.

Anche la Polonia è pronta a ripristinare i controlli alla frontiera. Lo ha detto il primo ministro Ewa Kopacz spiegando che la misura sarà presa nel caso di «segnali di minaccia dall’esterno». «Accetteremo il numero di rifugiati che possiamo permetterci, non uno di più, non uno di meno», ha poi aggiunto riferendosi alle quote di rifugiati del piano Europeo.

La Repubblica ceca ha schierato invece la polizia ai confini con l’Austria per fronteggiare l’emergenza migranti.

Treni verso la Germania nel frattempo sbloccati dopo che Berlino ieri aveva reintrodotto temporaneamente i controlli alle frontiere. Lunghe code però alle frontiere fra Germania e Austria, dopo la decisione tedesca di ripristinare i controlli ai confini, per arginare l’arrivo di migliaia di profughi. Circa tre chilometri di coda si registrano lungo l’autostrada 8, nei pressi di Bad Reichenhall, secondo il centro d’informazione del traffico di Rosenheim. Mentre sull’autostrada 3, verso Passau, si arriva a 6 km di auto incolonnate. I controlli sono stati riattivati già ieri sera, su decisione delle autorità tedesche. Il vicecancelliere Sigmar Gabriel si aspetta che i migranti che arriveranno in Germania nel 2015 saranno circa 1 milione. Lo scrive la Dpa citando una lettera scritta dal vicecancelliere ai colleghi dell’Spd. Le stime finora si fermavano a 800 mila richiedenti asilo.

Dietrofront quindi di Berlino sui migranti. La Germania ha dato ieri il primo segnale in controtendenza rispetto alla politica di apertura varata dal cancellieri Angela Merkel neigiorni scorsi puntando il dito contro Italia, Grecia e Ungheria. Dai Länder prime critiche a Merkel sull’accoglienza: «È il caos, dovevano avvertirci prima».

Sono strati circa 19.100 rifugiati hanno raggiunto in treno la città tedesca di Monaco nello scorso fine settimana. Ad annunciarlo sono state le autorità della Baviera, precisando che 12mila persone hanno raggiunto la città sabato, mentre circa 7.100 migranti sono arrivati domenica.

Le ferrovie tedesche dopo il blocco di ieri e il ripristino dei controlli alle frontiere stamani hanno ripreso a funzionare normalmente dalla frontiera austriaca. Lo ha annunciato un portavoce di Deutsche Bahn (Db), chiedendo l’anonimato e precisando che il servizio è ripreso alle 7 di stamani. Tuttavia, la linea tra Salisburgo e Monaco di Baviera rimane chiusa tra la città austriaca e la città tedesca di Freilassing in quanto c’è ancora gente sui binari in alcuni tratti. I treni sono stati sospesi per circa 12 ore dopo la decisione di Berlino di ripristinare provvisoriamente i controlli alle frontiere domenica sera per arginare e controllare il flusso di profughi provenienti principalmente dalla Siria attraverso l’Austria.

Sono stati invece 5.809 i migranti entrati nella sola giornata di ieri in Ungheria. Lo ha annunciato questa mattina la polizia locale, alla vigilia della data del 15 settembre, quando entreranno in vigore le nuove leggi, che prevedono una pena detentiva per chi supera la barriera eretta dal governo di Budapest al confine con la Serbia. La cifra batte il record stabilito sabato, quando gli arrivi sono stati 4.330.

Il premier britannico David Cameron ha visitato oggi un campo di profughi siriani in Libano. Senza gli aiuti britannici in loco – ha detto Cameron – altre centinaia di migliaia di profughi siriani «avrebbero rischiato la vita per recarsi in Europa». Lo scrive la stampa britannica. Cameron è giunto in elicottero al campo profughi, nella valle della Bekaa, dove vivono circa 400mila del milione di rifugiati siriani in Libano, non lontano dalla frontiera con la Siria.

Nel campo gestito dall’Onu, a poco più di un chilometro dalla frontiera siriana, circa 500 persone, tra cui numerosi bambini, vivono in una novantina di tende. «Volevo venire qui per vedere di persona e sentire in prima battuta le storie dei profughi per capire i loro bisogni», ha detto il premier.

Nel corso della visita in Libano, Cameron ha annunciato che Richard Harrington sarà il responsabile, presso il ministero dell’Interno, del coordinamento del piano governativo di accoglienza di circa 20mila profughi nei prossimi 5 anni da Libano, Siria e Turchia. Il premier ha annunciato la stanziamento di 29 milioni supplementari di sterline per il Libano, una somma che le organizzazioni umanitarie hanno però definito «una goccia nell’oceano» pur essendo un passo nella giusta direzione. «Vogliamo essere sicuri che ci siano case per loro, scuole per i loro figli, auspichiamo un’accoglienza calorosa in Gran Bretagna. Voglio che le cose siano fatte bene, voglio che tutto il paese ne vada fiero», ha aggiunto Cameron.

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