Sono lontani i bei tempi in cui la Germania si mostrava come il faro dell’accoglienza in Europa. Ma adesso gli zoccoli duri del cambiamento, la Baviera per intenderci, si fanno sentire e iniziano a dettare legge.
“Possiamo accettare e sostenere tutti coloro che hanno bisogno di protezione, solo se coloro che non ne hanno affatto bisogno non arrivino più o siano rispediti a casa rapidamente”- con queste parole il ministro tedesco degli Interni Thomas de Maizière mette nero su bianco il progetto berlinese di accoglienza: se vieni da un paese in guerra ti accolgo, se vieni da un paese povero no.
È la solita, vecchia questione dei migranti economici e dei rifugiati, pericolosissima perché obbliga a distinguere tra ‘buoni’ e ‘cattivi’, dove i buoni per ora, in Germania sono solo e soltanto i qualificatissimi e spesso benestanti siriani, che fuggono da una guerra civile che ormai imperversa da oltre 4 anni.
Nei casi più recenti, infatti, i migranti economici rispediti a casa sono tutti del Kosovo, Montenegro e Albania. Paesi non più in guerra, le cui economie però ancora stentano a riprendersi, da cui è legittimo partire per desiderare di costruire un futuro più tangibile (nulla di più simile ai giovani italiani che partono per andare nel Regno Unito o in Germania o in Spagna).
Essi sono tutti raccolti nel campo di Ingolstadt, in Baviera, una piccola oasi dei Balcani in Germania, da dove mano a mano tutti andranno via.
Per accelerare le espulsioni, Berlino sta perfino alleggerendo la sua legislazione: Albania, Kosovo e Montenegro sono stati inseriti nella lista dei paesi d’origine “sicura” e i fondi che tutti i migranti provenienti da questi stati stavano ricevendo dalla Germania, nell’attesa che la loro domanda fosse esaminata dagli organi preposti, saranno convertiti in ‘prestazioni in natura’. In questo modo decine di migliaia di persone saranno rispedite nei Balcani.
Si tratta del 40% dei richiedenti asilo registrati quest’anno nel paese. Una media alta, ma neanche troppo, se si considera che la possibilità che questi hanno di vedere realmente accettata la loro richiesta è al di sotto dell’1%- secondo l’Ufficio Federale dell’immigrazione dei rifugiati.
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