Migranti in fuga, tassisti nei guai

La frontiera? Per clandestini e profughi era facile passarla in taxi, usando i tassisti italiani come improvvisati «scafisti». Sarebbero centinaia i profughi che a bordo di auto prese a noleggio con conducente avrebbero cercato fortuna in Germania. A scoprirlo sono state le forze dell’ordine tedesche che nelle scorse settimane, ad iniziare dal 22 luglio, hanno arrestato decine di autisti con l’accusa di «favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Tra i fermati ci sarebbero anche due tassisti bresciani, con licenza utilizzata sia in città che a Milano. I due, dopo l’arresto avvenuto in Austria, sarebbero stati liberati e «rispediti» dalle autorità in Italia.
Il caso è emerso in queste settimane con l’arresto del noleggiatore Alessio Tavecchio, 45 anni, di Pianezze (Vicenza) trovato mentre trasportava 10 profughi siriani. Per gli investigatori Tavecchio sarebbe stato solo l’ultimo di una lunga serie di casi che ormai sono una routine. Del resto passare indenni le frontiere su una macchina comunitaria sarebbe stato facilissimo: prenotata la vettura a noleggio, una volta in frontiera intra-europea nessuno chiede il documento e il passaggio è veloce e senza troppi intoppi. A difendere anche i tassisti bresciani sono le stesse cooperative: «Non è obbligatorio sapere chi portiamo – hanno spiegato -. Quando il cliente è presentabile e paga nessuna legge ci impone di chiedergli l’identità. Lo stesso vale per il noleggio con conducente».
INTANTO IL CONSOLATO italiano di Monaco di Baviera ha confermato che sono decine i veneti e i lombardi coinvolti in questi viaggi, sottolineando la severità delle leggi tedesche. Proprio dal ministro degli Esteri bavarese era arrivato a fine agosto l’attacco al sistema italiano: «Roma non prende dati personali o impronte perché così gli stranieri possono chiedere asilo in un altro Paese». Secondo la normativa europea infatti, la procedura per la richiesta d’asilo viene fatta nel primo Paese di arrivo dello straniero che deve iniziare la pratica. Ma secondo Joachim Hermann, l’Italia sempre più spesso avrebbe controlli allentati per far sì che i clandestini passino la frontiera e cerchino assistenza in altri Stati. Il caso, anche per l’arresto recente dei due noleggiatori bresciani, è divenuto nazionale tanto che è intervenuta l’Anitrav, l’associazione nazionale imprese trasporto viaggiatori. L’organismo tranquillizza i parenti degli arrestati confermando di essere in stretto contatto con il consolato italiano della Baviera. «Non siamo scafisti, siamo trasportatori».
Mauro Ferri, presidente dell’Anitrav (Associazione nazionale imprese trasporto viaggiatori), è intervenuto con durezza. «Chi effettua servizio di trasporto pubblico – dice Ferri – non chiede mai i documenti al cliente, non succede in nessun caso e sfido chiunque a dimostrare il contrario». Quindi, secondo Ferri, «è inammissibile che i conducenti vengano ritenuti responsabili di una condotta dolosa, paragonandoli addirittura a dei trafficanti di esseri umani. Non conosco i dettagli del caso specifico, ma ne abbiamo visti altri simili e posso immaginare che l’ultimo fatto di cronaca ricalchi quelli del passato». Non solo. «Il flusso transfrontaliero nei territori di confine è una circostanza quotidiana – hanno spiegato all’Anitrav -, in Friuli ci sono addirittura linee private che effettuano collegamenti con Lubijana e per un tassista o per un noleggiatore in Lombardia, Piemonte o in Veneto non è raro sentirsi chiedere un trasporto verso una città austriaca, francese o tedesca».
Insomma secondo l’Anitrav, i trasporti oltre confine capitano di frequente. «Del resto è normale che queste persone una volta arrivate in Italia cerchino di andarsene, vogliano spostarsi – hanno chiuso ogni polemica tra i noleggiatori -. Siamo il punto di approdo ed è solo per questa ragione che ci troviamo nelle condizioni di essere noi il vettore verso altri Paesi europei. E’ vero: recentemente ci siamo occupati del caso dei due noleggiatori bresciani che sono stati incarcerati in Austria per 24 ore, messi in cella completamente nudi, solo con l’aiuto del Consolato siamo riusciti a farli scarcerare. Questo trattamento è inaudito e completamente privo di senso. Se un siriano, entrato illegalmente in Italia sale sul treno e va in Germania si arresta il capotreno?». giuseppe.spatola@bresciaoggi.it

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