‘Toscani in giro’ di gonews.it va in Germania a conoscere uno dei ‘cervelli in fuga’ della nostra terra. Si chiama Matteo Accardo e di professione studia il cosmo in uno dei centri di eccellenza europea dell’astronomia.
Nome e Cognome: Matteo Accardo
Anni: 41
Cresciuto a: Firenze.
Studi: Perito Industriale + due anni di specializzazione
Residenza e professione: Monaco di Baviera – Cryogenic and Optomechanical designer presso “ESO – European Southern Observatory”
ESO e’ la principale organizzazione intergovernativa di Astronomia in Europa e l’osservatorio astronomico più produttivo al mondo. L’ESO offre agli astronomi strutture di ricerca d’avanguardia ed è sostenuto da Austria, Belgio, Brasile, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.
Lavoro in Italia: Tecnico presso Osservatorio Astrofisico di Arcetri – INAF Istituto Nazionale di Astrofisica
Prima esperienza all’estero: Questa è la mia prima esperienza: 11 anni fa sono venuto espressamente per il posto presso ESO
Perché ha deciso di andare all’estero?
Ricordo nel 2002 insieme a quella che poi è diventata mia moglie di essere andato in banca per vedere quali fossero le possibilità riguardo ad un mutuo per acquistare un piccolo appartamento dove vivere. Eravamo entrambi dipendenti di istituti di ricerca. Il direttore guardò le nostre buste paga e disse: ” Scusate la franchezza ma con queste buste paga è grassa se arrivate alla fine del mese”.
Dopo qualche tempo vidi l’annuncio per un posto presso l’ESO a Monaco di Baviera che ricalcava le mie competenze, feci domanda, fui chiamato per un colloquio e dopo 4 mesi iniziai a lavorare qui.
Quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero?
C’è più rigore ed affidabilità. Si pianifica e si procede secondo i piani. I servizi funzionano in modo efficiente. Inoltre: si lavorano meno ore ma meglio. Rispetto all’Italia qua si fanno meno straordinari ma alla fine si produce di più e la qualità del prodotto finale è migliore.
La vita e il lavoro all’estero sono diversi dall’idea che ti eri fatta prima di partire?
Sì. Mi aspettavo che in Germania fosse più difficile ambientarsi in realtà, una volta imparata la lingua mi sono sentito subito a casa. Mi aspettavo che i ritmi di lavoro fossero più serrati. Sono rimasto positivamente sorpreso da come il tempo libero sia tutelato. Un aspetto che posso confermare di sicuro, la puntualità. Sia per quanto riguarda appuntamenti fra persone sia per ciò che riguarda visite mediche o servizi vari. Pure dal Parrucchiere si ha un appuntamento ad un’ora precisa e questo viene rispettato al minuto. Il rovescio della medaglia: non c’è rispetto per i ritardatari, si subisce una ramanzina, si perde il posto e la volta successiva è più difficile ottenere un appuntamento.
Cosa ti manca dell’Italia?
La cultura e l’attenzione prestata all’alimentazione. Riguardo alle persone, è difficile generalizzare ma volendo, trovo che gli noi Italiani siamo più aperti e diretti, meno introversi, forse anche più di cuore. I tedeschi anche se hanno un senso del bene comune e del rispetto delle regole più spiccato sono generalmente sono più individualisti.
Un’altra cosa che mi manca è il fatto di poter parlare la mia lingua: capire ed essere capiti al volo, semplicemente usando la giusta espressione.
Torneresti a lavorare in Italia?
Nell’immediato non credo. Non ci sono le condizioni, inoltre i nostri figli hanno già iniziato la scuola qua.
Hai qualche aneddoto sulla permanenza all’estero?
La prima settimana a Monaco, insieme ad alcuni colleghi che anche loro non parlavano Tedesco non abbiamo capito le note dell’orario del treno ci siamo dovuti fare 8 chilometri a piedi lungo i binari di notte con 10 gradi sotto zero.
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