Praga letteralmente ostaggio della sua Moldava. Mentre nella Baviera tedesca riaffiorano delle acque del Danubio le vittime dell’emergenza alluvioni. Non è ancora tempo di bilanci, il cuore dell’Europa combatte con il maltempo e i pesantissimi effetti della incontenibile piena dei fiumi dovuta alle piogge dei giorni scorsi: Repubblica ceca, Germania e Austria sono in stato di emergenza.
E mentre il bilancio delle vittime è di almeno 12 morti, l’Ue promette sostegno e aiuti. I numeri descrivono la gravità della situazione: sei vittime e oltre ottomila evacuati in Repubblica ceca, dove la capitale é messa sotto assedio dalla sua Vtlava. In Germania stato di calamità in Baviera, Sassonia, Turingia e Sassonia Anhalt: si recuperano tre cadaveri e sono oltre diecimila i cittadini costretti a lasciare le loro abitazioni. Un record storico viene segnato nella città di Passau (quella ‘dei tre fiumi’), dove il Danubio ha raggiunto i 12,5 metri: livello mai toccato negli ultimi 500 anni. Anche in Austria ci sono due vittime, mentre massicce inondazioni provocano danni ingenti a case e terreni coltivati. Una vittima del maltempo si segnala infine in Svizzera. I Paesi colpiti avranno 10 giorni per formulare le richieste di aiuto a Bruxelles, ma il commissario alle Politiche regionali Johannes Hahn già garantisce aiuti a Praga, Berlino e Vienna.
EMERGENZA REPUBBLICA CECA, 4 MORTI E 4 DISPERSI – Sono già 4 le vittime del maltempo nella Repubblica ceca, che da giorni combatte con l’emergenza inondazioni come altri Paesi del centro Europa. Il bilancio è stato fornito stamani dalla polizia che ha parlato anche di 4 dispersi. E, in nottata, sono state evacuate complessivamente 2.695 persone, dalle aree vicine ai fiumi, in tutto il Paese. Quattordici le regioni particolarmente colpite. Il corpo di un uomo di 82 anni è stato trovato la notte scorsa a Mokrany, nei pressi di Benesov, in Boemia centrale, mentre il cadavere di un 55enne è stato recuperato dalle acque del fiume di Upa, a Trutnov, nel Nord. Ieri erano invece morte due persone sotto i detriti di una casa, a Trebenice, nei pressi di Praga. Secondo le ultime informazioni, la polizia sta cercando altre quattro persone che risultano disperse. Due canottieri sono probabilmente caduti ieri nell’acqua mentre facevano rafting nella regione di Beroun, nella Boemia centrale. La pioggia incessante ha fatto straripare la Vltava (Moldava), rendendo necessaria la chiusura di alcune zone nel centro di Praga. Chiusi sono ad esempio gli accessi allo storico Ponte Carlo o all’isola di Kampa e anche alcune fermate della metropolitana.
GERMANIA, DUE VITTIME RECUPERATE DA ACQUE DANUBIO – Due corpi senza vita sono stati recuperati dalle acque del Danubio, nella tedesca Baviera, vittime del maltempo che sta flagellando l’Europa centrale e delle alluvioni generate dalla pioggia incessante degli ultimi giorni. Secondo quanto riportano diversi media tedeschi, che citano la polizia di Kempten, il cadavere di una donna fra i 40 e i 50 anni è riemerso dal fiume nei pressi della centrale elettrica del Danubio, nella zona della città sveva di Guenzburg. Il corpo di un uomo era stato recuperato invece ieri, nella stessa zona. Per entrambi si procederà all’esame autoptico.
RECORD ACQUE DANUBIO A PASSAU, MAI COSI’DA 500 ANNI – Oggi ha toccato i 12,50 metri nella città tedesca di Passau. Una soglia record per il fiume Danubio: le sue acque non arrivavano infatti a un livello del genere da 500 anni. Nel 1501, si legge sulla Bild on line, toccarono fra i 13 e i 13,2 metri; ma il termine di riferimento é da oltre mezzo secolo quello del luglio 1954: quando il Danubio arrivò a 12,20 metri, un limite superato nell’emergenza di oggi che sta mettendo in ginocchio tre Laender tedeschi. La città di Passau rappresenta un caso unico al mondo per la sua particolarissima posizione geografica: è collocata infatti proprio alla confluenza di tre fiumi, il Danubio che la costeggia ad ovest, l’Inn a sud, e l’Ilz a nord. Nella ‘Dreifluesselstadt’ (‘città dei tre fiumì ndr.) i tre corsi d’acqua si congiungono e proseguono insieme il loro percorso.
E’ EMERGENZA IN AUSTRIA, DUE MORTI E TANTI DANNI – L’emergenza maltempo tiene in scacco anche l’Austria, paese finito “sott’acqua” come Repubblica ceca e Germania. Le alluvioni hanno provocato due vittime, e causato molti danni nelle zone del Tirolo, di Salisburgo e, attualmente, in Alta Austria e Bassa Austria. Massicce inondazioni hanno colpito molte case sulle rive del Danubio. E pesanti disagi si sono registrati anche alla circolazione stradale e ferroviaria del Paese: la notte scorsa é stato necessario evacuare oltre 100 passeggeri che si trovavano a bordo di un treno. Per le ferrovie dello Stato si parla di alcuni milioni di euro di danni. Mentre nel Tirolo e Salisburgo sono in corso diversi interventi di sgombero, centri come Melk (Bassa Austria) e Schaerding (Alta Austria) sono ritenuti ancora in pericolo.
A Schaerding, in particolare, circa trenta case sono state sepolte dall’acqua fino ai primi piani, e gli abitanti sono stati tratti in salvo da soccorritori in barca, che li hanno fatti uscire dalle finestre. Il livello delle acque del Danubio e dell’Inn, intanto, continua a salire, e tante persone devono lasciare le proprie case a causa di smottamenti e alluvioni provocati dalle piogge. Nel bilancio dell’emergenza ci sono finora due morti, uno a Salisburgo e l’altro a Vorarlberg. Oltre 150 strade sono state chiuse al traffico a causa del pericolo delle alluvioni. E secondo l’APA le assicurazioni austriache stimano danni per più di mille ettari di terreno coltivabile. Il governo ha fatto chiudere le scuole nelle zone più colpite e l’emittente pubblica ORF ha organizzato una colletta per aiutare chi ha subito danni. Secondo le previsioni meteo, la situazione migliorerà soltanto martedì sera.
UNA VITTIMA IN SVIZZERA – Una vittima causata dal maltempo si registra anche in Svizzera, nel cantone di San Gallo, nei pressi del confine austriaco. Lo annuncia oggi la polizia, citata dai media locali, precisando che la persona deceduta è un uomo di 72 anni, travolto dalla piena di un fiume.
OMS, INONDAZIONI DISASTRO PIU’ FREQUENTE IN EUROPA – Le inondazioni, come quelle che stanno colpendo l’Europa centrale in questi giorni, sono il disastro naturale più comune e che ha fatto più vittime nel continente nell’ultima decade. Lo afferma uno studio pubblicato dall’ufficio europeo dell’Oms, secondo cui negli ultimi 10 anni hanno fatto mille morti con milioni di persone coinvolte. Il rapporto ha analizzato la letteratura scientifica, i report dei media e i dati di un questionario inviato a tutti i 53 stati membri dell’Oms Europa, che comprende anche i Balcani e le repubbliche ex sovietiche.
Ben 50 hanno riportato episodi di inondazioni, e il 66% dei morti è dovuto ad annegamento, mentre l’ultimo terzo è diviso fra traumi, monossido di carbonio, scariche elettriche, avvelenamento, fuoco e attacchi di cuore. In totale sono state coinvolte da questo tipo di disastri più di 3,4 milioni di persone nella regione, una cifra che è destinata però ad aumentare per le più frequenti piogge torrenziali causate dai cambiamenti climatici. “Senza misure preventive – si legge nel rapporto – da qui al 2080 le persone a rischio da inondazioni causate dai fiumi cresceranno di 250-400mila unità l’anno”. Fra i corsi d’acqua più pericolosi indicati ci sono la Loira e la Garonna in Francia, il Danubio e anche il Po.
BLOCCATA LINEA FERROVIARIA DEL BRENNERO – La linea ferroviaria del Brennero é bloccata dopo la caduta di due frane sul versante austriaco del valico italo-austriaco. Un treno merci, nonostante una frenata d’emergenza, è finito contro le masse di detriti e deragliato parzialmente. In Tirolo, come in altre zone dell’Austria, la situazione del maltempo è drammatica.
UE PRONTA AD AIUTARE AUSTRIA, REP. CECA E GERMANIA – “L’Europa è pronta ad aiutare Austria, Repubblica Ceca, e Germania, duramente colpite dal maltempo e dalle inondazioni” con le risorse del fondo Ue per la solidarietà. Così il commissario Ue alle Politiche regionali Johannes Hahn, in una dichiarazione diffusa dal suo portavoce Shireen Wheeler oggi al briefing di mezzogiorno. In questa fase – è stato detto – i Paesi non hanno fatto domanda, ma hanno dieci settimane per formularla e ci sono “buone ragioni per ritenere che le richieste siano accolte”.
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