Luca Toni torna in Germania. Non per questioni sportive, ma per pendenze giudiziarie legate a questioni fiscali di quando era un giocatore del Bayern Monaco. Lo scrive il quotidiano tedesco Bild (guarda l’articolo originale).
L’attaccante del Verona a luglio tornerà di nuovo a Monaco di Baviera. Tuttavia, non per il suo futuro sportivo. Piuttosto, è sul suo passato come un giocatore del Bayern. E per inadempienze fiscali per non aver pagato la tassa alla chiesa bavarese. La Chiesa Bavarese reclama 1,7 milioni di euro per una tassa non pagata alla chiesa cattolica per il primo dei suoi tre anni (dal 2007 al 2010) al Bayern: 1,5 milioni di euro all’anno che sommati ai 200 mila di interessi fanno 1,7 milioni. Tutto nasce dal fatto che in occasione della sua prima stagione in Baviera per Toni non era stata registrata alcuna confessione religiosa ma dal secondo anno è stata spuntata la voce “chiesa romana cattolica”. In Germania è obbligatorio pagare un tributo in base alla religione che si professa.
A marzo si era tenuto il primo processo. Toni aveva accusato il suo commercialista, che lo aveva mal consigliato e non informato delle leggi fiscali tedesche. Il giudice Hans-Werner Wolf aveva proposto un accordo: il commercialista e il Bayern avrebbero pagato 500 mila euro a testa, i restanti 700 mila li avrebbe sborsati Toni. Ma il Bayern ha detto no, ritenendo che una volta risolto il contratto col giocatore ogni contenzioso era da ritenere chiuso. Adesso, scrive la Bild, un “accordo amichevole” tra lui, il Bayern e il commercialista è finalmente riuscito.
Ora tocca alla Corte d’Appello decidere.