Monaco di Baviera, 6 Febbraio 1958, ore 16.04: il volo della British European Airways tenta di nuovo di decollare. La pista è piena di neve, una manovra del genere il pilota dovrebbe sapere che non è consigliabile. Rayment non sente alcun consiglio portando l’aereo fino alla fine dell’asfalto. Improvvisamente un’ala impatta contro una casa, un bagliore terribile di fuoco invade la fusoliera, l’aereo va in mille pezzi e parte dei “Busby Babes” salgono direttamente in Paradiso senza tornare a Manchester.
Così finirono i “figli” di Sir Matt Busby lo “scozzese di ferro” che guidò lo United dal 1946 al 1969, un uomo che avrebbe ricostruito la squadra dal nulla attraverso la cooperazione con Jimmy Murphy, l’addetto allo sviluppo del settore giovanile e vero scopritore di talenti e Bert Whalley il coach in seconda che mandava lettere ai giocatori ogni settimana per far loro conoscere il rendimento di ciascuno. Murphy si salvò perchè aveva un impegno come visionatore per la nazionale inglese.
Il Manchester era di ritorno da Belgrado dove aveva disputato i quarti di finale della Coppa dei Campioni pareggiando sul campo della Stella Rossa.
Busby e gli uomini del suo staff sono stati dei pionieri di una società che dopo il secondo conflitto mondiale era ridotta finanziariamente ai minimi termini non avendo neppure le divise per scendere in campo essendo necessario il razionamento delle maglie persino per gli allenamenti.
Lo United non aveva neanche uno stadio in quanto l’Old Trafford era caduto sotto i bombardamenti e le partite in casa le doveva giocare nello stadio del City pagando l’affitto.
Sir Alex Ferguson, oggi, ha dichiarato:” al tempo della tragedia ero un ragazzino e non dimenticherò mai quella notizia ascoltata. Penso che al Manchester United dovremo sempre rendere grazie a Busby ed al suo staff perchè riuscirono a mettersi alle spalle quel drammatico momento ricostruendo una squadra che è diventata vincente praticamente dal nulla. Quello dei “Busby babes” era un grande gruppo di ragazzi che erano destinati a fare grandi cose e solo il destino è riuscito a fermarli”.
Sir Bobby Charlton , uno dei sopravvissuti, recentemente ha riflettuto sul fatto che se la “Nazionale dei Tre Leoni” avesse potuto contare sul servizio dei “Busby babes” avrebbe sicuramente alzato altre due Coppe del Mondo, quella del ’52 e del ’62 oltre a quella alzata nel ’66. Fu proprio Charlton assieme a Dennis Law e più recentemente George Best a mantenere in vita il mito vincente dei ragazzi che persero la vita a Monaco di Baviera.
Il regalo più grande che il destino fece a Matt Busby, dopo averlo salvato dalla tragedia di Monaco, fu quello di fargli conquistare l’agognata Coppa dei Campioni del 1968.
Proprio oggi il più grande rivale dello United, il Liverpool, ha pubblicato un manifesto sul proprio profilo Facebook con scritte queste parole:”We all remember. We won’t forget. May their soul rest in peace, by the grace of God. You’ll never walk alone”.
Questi i nomi dei giocatori scomparsi:
Geoff Bent: Full back, aged 25
Roger Byrne: Full back, aged 28
Eddie Colman: Wing half, aged 21
Duncan Edwards: Wing half, aged 21
Mark Jones: Centre half, aged 24
David Pegg: Outside left, aged 22
Tommy Taylor: Centre forward, aged 26
Liam ‘Billy’ Whelan: Inside forward, aged 22
Massimo Giuri