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“Sono avvilita e abbattuta, ma al contempo sono ancora determinata nel cercare di contrastare i mulini a vento, cosa che sto facendo da quando ho assunto questo incarico. Almeno posso dire di averci provato. Ho cercato di affrontare i temi del mercato del lavoro con un atteggiamento non ideologico ma partendo dall’analisi dei problemi, da dati quantitativi ed empirici, cercando di dare risposte” dichiara.

Il ministro torna su una delle tante uscite-choc che l’hanno resa famosa (o famigerata), in poco più di un anno di governo: “Il diritto al lavoro va declinato nella realtà, non solo enunciato –  sostiene, facendo il verso a ‘il lavoro non è un diritto’ pronunciato in un’altra intervista, al Wall Street Journal – Il 7 marzo presenteremo alle parti sociali i dati che riguardano gli infortuni e tutte le entrate e le uscite nel mercato del lavoro, integrando i numeri del ministero, dell’Inps e dell’Inail. Poi i dati saranno messi a disposizione della comunità scientifica per una valutazione della riforma e per rispondere alle domande”.

Torna anche sull’infelice frase dei ragazzi italiani troppo ‘choosy’ (schizzinosi): “Usavo dire una volta ai miei studenti di non essere choosy, ma lasciamo da parte le strumentalizzazioni, sono ben consapevole che i giovani non hanno strumenti per contrastare il precariato”.

L’addio all’Italia: “Ho appena ricevuto un’offerta per andare al Max Planck Institute di Monaco, da lì ne approfitterò per riflettere”.