Il ministro del lavoro sta valutando la proposta fattagli dal Max Planck Institute di Monaco di Baviera, dove, a quanto dice, ne “approfitterà per riflettere”. E ribadisce ancora la fatidica frase: “Il lavoro non è un diritto, ma va conquistato”.
Redazione – 16 Febbraio 2013 – “Il lavoro non è un diritto, va conquistato”. E’ Elsa Fornero, ministro del Lavoro, che ribadisce a Linkiesta le sue parole pronunciate in una famosa intervista al Wall Street Journal, spiegando: «Il diritto al lavoro va declinato nella realtà, non va solo enunciato”.
Sul suo modo di pensare nessuna novità dunque, ma la novità è che il ministro sta valutando seriamente la proposta del Max Planck Institute di Monaco di Baviera, dove “ne approfitterò per riflettere”. Quindi si evince che la Fornero sia più propensa a fare meno la “choosy”, accontentandosi di un posto di minor prestigio rispetto a quello di ministro, e ad assumere il suo nuovo ruolo di “emigrante”
A proposito di “choosy”, sui giovani viziatelli afferma: “Sono ben consapevole che non hanno strumenti di fronte al precariato”, mentre sul suo operato da ministro ammette: “Ho delle amarezze perché alcune occasioni sono state mancate, su tutte la capacità di dare il senso della direzione”.
Il ministro uscente poi traccia un bilancio dei suoi 14 mesi di esecutivo “tecnico”, e a fronte delle critiche sulla riforma del lavoro, si difende: “Ho detto molte volte che c’è gente che giudica in modo frettoloso con “ricerche” questa riforma, ma ci vuole un po’ di tempo e dati adeguati. La legge 92 all’art. 1 istituisce un sistema di monitoraggio e valutazione, ci abbiamo lavorato e ieri in un seminario a porte chiuse abbiamo presentato i dati, che saranno resi noti alle parti sociali il 7 marzo”.
Sulla riduzione degli oneri fiscali che gravano sulle spalle di chi dà lavoro, invece, precisa: “Per affrontare la recessione con decisione ci voleva una forte riduzione del costo del lavoro, ma non abbiamo potuto realizzarla perché non avevamo la condizione finanziaria che ci avrebbe consentito di farlo”.
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