Nel frattempo, circa 600 persone arrivate questa mattina e sono già state trasferite nelle strutture per rifugiati nella città occidentale di Dortmund.
In totale si stima che siano 8.000 i migranti giunti in Germania dopo l’accordo siglato con Austria e Ungheria. La maggior parte dei profughi sono arrivati in treno a Monaco, mentre altri sono stati portati a Francoforte e a Dortmund. Volontari austriaci questa mattina partiranno da Vienna per andare a prendere i migranti ancora in Ungheria. Mentre circa 1.000 migranti hanno attraversato a piedi all’alba il confine tra Ungheria e Austria, come riferisce la polizia austriaca, aggiungendo che sale cosi’ a piu’ di 3.000 il numero di rifugiati che nelle ultime ore hanno attraversato il confine a Nickelsdorf. Circa 1.500 persone sono state fatte salire su autobus per essere trasportati in diversi centri di accoglienza a Vienna e in altre zone del Paese.
In centinaia hanno invece raggiunto con treni partiti da Budapest la citta’ di frontiera di Hegeyshalom, e hanno percorso a piedi i dieci chilometri di distanza da Nickelsdorf. Riflettori puntati anche sulla Gran Bretagna dove il premier David Cameron intende ampliare il programma di ricollocazione di persone in difficoltà scegliendo però di non adottare il sistema di quote per richiedenti asilo chiesto dall’Unione europea. Al momento il governo britannico ha intenzione di accogliere 15.000 rifugiati dalla Siria, secondo quanto riporta oggi il Sunday Times online.
Tuttavia il primo ministro dovrà fare i conti anche con l’opinione pubblica inglese che non sembra molto disponibile ad affrontare l’emergenza rifugiati. Infatti, stando a un sondaggio del Daily Mail pubblicato oggi, per la prima volta la maggioranza dei cittadini britannici voterebbe per l’uscita del Regno Unito dall’Ue. Se si andasse domani a un referendum, secondo il quotidiano britannico il 51% dei sudditi della regina voterebbe ‘no’ alla permanenza nell’Unione europea.
E tra coloro che ancora si dichiarano contrari alla cosiddetta Brexit, in molti affermano di poter cambiar idea se la crisi dei migranti dovesse peggiorare.