sembrano già un ricordo sbiadito. «L’Italia viola chiaramente gli accordi di Schengen. Se la situazione non cambierà, la Germania dovrà valutare seriamente la possibilità di fermare l’infrazione attraverso controlli alle frontiere».
Stavolta a buttare benzina su un fuoco già vivo è uno dei personaggi politici di maggior peso in Germania, il ministro-presidente della Baviera, Horst Seehofer, a capo della Csu, partito gemello della Cdu della cancelliera Angela Merkel. Solo la scorsa settimana il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, era volato a Berlino per incassare anche il sostegno tedesco – oltrechè francese e spagnolo – alla nuova Frontex Plus, missione europea che in futuro dovrà gestire l’emergenza rifugiati nel Mediterraneo, sostituendosi progressivamente a Mare Nostrum. In quell’occasione Alfano aveva rassicurato il suo omologo tedesco, Thomas de Maiziere, che l’Italia stava facendo già molto per garantire il rispetto delle regole di ‘Dublino II’, le quali tra le altre cose impongono la registrazione dei rifugiati e il disbrigo di un’eventuale richiesta d’asilo nel primo Paese d’ingresso nell’Ue.
Una legislazione che, per ovvi motivi geografici, in questa situazione di gravi crisi internazionali in Africa e Medio Oriente pesa oltremodo sui Paesi sud-europei. Alfano, con il compiacimento di de Maiziere, aveva anche prospettato massima durezza contro i tassisti e noleggiatori italiani che avessero portato illegalmente rifugiati in Germania attraverso l’Austria. Un fenomeno tutt’altro che episodico, aveva sottolineato il ministro tedesco, solo recentemente emerso sulla stampa in Italia per via di alcuni fermi.
Oggi, invece, Seehofer ha ribadito nemmeno troppo velatamente l’accusa lanciata poche settimane fa dal suo ministro degli Interni, Joachim Herrmann: l’Italia lascia partire appositamente i migranti senza registrarli per non farsi carico delle richieste d’asilo. Aggiungendo però un elemento che pesa come un macigno sull’idea di un’Europa unità e solidale: ripristinare i controlli alle frontiere con l’Austria, per fermare il flusso di migranti dall’Italia. «Uno dei temi che maggiormente ci impegna al momento è la questione dei rifugiati», ha chiarito Seehofer intervistato dal tabloid Bild. «I rifugiati che arrivano col treno in Baviera vengono in gran parte dall’Italia passando per l’Austria. E quelli certamente sono Stati sicuri come la Germania». Per il politico cristianosociale «in Europa dobbiamo stabilire quote fisse per i rifugiati. E dobbiamo occuparci del fatto che in Europa i rifugiati vengano ripartiti in maniera giusta».
Proprio quel che avevano sostenuto Alfano e de Maiziere. Il ministro dell’Interno «chiarisca già nelle prossime ore che cosa sta succedendo con i nostri vicini tedeschi», ha affermato Edoardo Patriarca del Partito Democratico. «Ci sembra – contrattacca il senatore – che mentre Berlino, almeno ufficialmente, sembri disposta a rivedere gli accordi di Dublino, poi i bavaresi chiudano ogni possibilità e usino toni inaccettabili». «Noi sono anni che reclamiamo una ripartizione giusta dei costi dell’accoglienza, senza che l’Europa ci ascolti», ha ribattuto il senatore di Forza Italia Andrea Mandelli. «Che si bacchetti un Paese che, dall’inizio dell’anno, ha dovuto gestire da solo decine di migliaia di arrivi, spendendo nove milioni di euro al mese, è troppo», ha aggiunto. L’emergenza rifugiati inizia però a diventare un tema caldo anche in Germania, dove quest’anno le autorità si aspettano oltre 200mila richieste d’asilo, a fronte delle poche decine di migliaia presentate in Italia.