Il Bayern, la squadra che vince sempre, ha invitato 500 profughi all’Oktoberfest, che si è aperta sabato a Monaco. Qualcuno non ha resistito alla tentazione di far dell’ironia: offrire boccali di birra, l’unico ammesso è da un litro, e salsicce di maiale a dei musulmani? Ma quanti arrivano in Germania non sono solo islamici.
L’ultimo numero di «Der Spiegel» per ricordare i dieci anni di potere della Merkel (18 settembre del 2005), la presenta come una Madre Teresa: «Mutter Angela». Ma non è affatto una satira negativa, come parecchi l’hanno voluta interpretare in Italia. Lei non si è affatto offesa, mi dicono, anzi si è sentita lusingata, e un po’ imbarazzata. La popolazione ha accolto il suo invito ad accogliere a braccia aperte chi arriva. Gli attacchi dei neonazi sono inevitabili, e comunque casi isolati.
Le autorità tedesche sono al limite delle forze innanzi alla marea umana, e non vi avrebbero potuto far fronte senza l’aiuto dei volontari. Che cosa avviene lo descrive il collega Marco Degli Innocenti sul magazin online il Deutsch-Italia. Ha alle spalle un passato di inviato speciale per lo sport, ed è stato per anni capoufficio stampa della Fiat a Francoforte. Ora vive in Baviera. Ha voluto fare la sua parte da volontario, e racconta non per vantarsi ma per spiegare come reagisce la burocrazia tedesca. Io mi limito a rubargli le notizie.
Non dà nomi per rispettare la privacy. Un’assistente della Croce Rossa gli affida senza perdere tempo un giovane dell’Africa equatoriale di 25 anni. Il primo appuntamento per esaminare la richiesta di asilo è per il 9 novembre. Nel frattempo deve essere aiutato a sbrigare le varie pratiche. Una stretta di mano con la ragazza della Croce Rossa stabilisce il rapporto: da questo momento, il collega che trasporta in auto il giovane è ufficialmente assicurato per tutta la durata della sua «missione». Marco lo accompagna all’ufficio regionale, poi al municipio del paese dove il giovane dovrà risiedere. Un’altra addetta gli consegna una carta di credito con 350 euro, diciamo la sua paghetta mensile. In Baviera superiore alla media nazionale di 145 euro. E un foglio per l’assistenza medica che comprende il dentista.
L’immigrato preleva i contanti dal più vicino bancomat. Marco lo accompagna alla vicina Cassa di risparmio dove versa parte della somma, per aprire un conto corrente dove la paghetta gli verrà versata nei prossimi mesi. Entro pochi giorni riceverà al domicilio assegnato la Bankcard e il pin. Quanto sono durati la missione e il tour di una sessantina di chilometri? Appena quattro ore. Il costo globale per gli 800 mila profughi previsti sarà di 10 miliardi di euro.
Die Welt ha pubblicato un’inchiesta su quanti euro riceve ogni immigrato in Europa. La Germania è ai primi posti, ma alcuni paesi danno di più. Un confronto difficile: la Danimarca è in testa con 1.400 euro, ma gli immigrati devono pagarci le tasse, e pagare molte prestazioni, come in Svezia (800 euro). In coda la Grecia che non dà neanche 1 euro.
Il Lussemburgo, che è tra i paesi più ricchi, offre appena 25 euro al mese. Le cifre cambiano a seconda dell’età dell’assistito, ed è difficile un confronto fra le prestazioni: come sono in realtà il vitto e l’alloggio? La Welt si dimentica dell’Italia, ma è difficile se non impossibile ottenere dati dalle nostre autorità, e quando li forniscono non sono quasi mai attuali. La cifra in contanti è di 2 euro e 50 cent, ma noi spendiamo molto per l’assistenza. Quanto sia la «cresta», e quanto giunga effettivamente agli assistiti, è un altro discorso. Ma temo che chi voglia imitare il mio amico Marco, e dare volontariamente un’assistenza diretta come in Baviera, sempre che sia possibile in Italia, dovrà prevedere molto più di quattro ore per svolgere tutte le pratiche burocratiche. Settimane, o mesi.
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