Lo si può considerare un carnevale molto particolare in cui sia le modifiche alle moto per l’occasione sia gli abbigliamenti di tanti motociclisti sono quanto meno stravaganti.
Ed ecco che i vari gruppi si radunano intorno ai fuochi sia per scaldarsi che per cucinare, ognuno con i propri piatti tradizionali, e non è raro che tra vicini di tenda ci siano scambi di quanto cucinato.
Le difficoltà a comunicare tra lingue diverse scompaiono e sono sufficienti poche parole per capirsi.
Cosa spinge a guidare per oltre 1.600 km una moto in inverno? Sicuramente è un mezzo per stare in compagnia e per mettersi alla prova sfidando il freddo, consapevoli che una semplice nevicata può obbligare alla sosta.
In effetti è quanto è avvenuto sulla strada del ritorno, quando le condizioni meteo sono cambiate (non a caso siamo nei cosiddetti giorni della merla), e diversi motociclisti hanno dovuto fermarsi per motivi di sicurezza e pernottare chi in Austria chi in Slovenia, a seconda della strada scelta.
Ultimo ma non meno importante, per potere portare i colori del gruppo (la toppa in tessuto con il logo del motoclub che si indossa sul gilet) occorre essere stati almeno una volta proprio all’ “Elefantentreffen“.
Al ritorno a casa rimangono i ricordi ed il desiderio di fare partecipi gli amici di una esperienza sicuramente non comune, orgogliosi di quanto vissuto.