Un tabù durato 70 anni sta per essere infranto. Un testo che i tedeschi hanno preferito ignorare, dimenticare, per quasi un secolo sta per tornare sugli scaffali delle librerie teutoniche: il Mein Kampf, “La mia battaglia”. Di chi fosse questa battaglia non è certo un mistero: Adolf Hitler.
L‘Istituto di Storia Contemporanea di Monaco di Baviera si occuperà della ristampa e il libro verrà messo in commercio a gennaio alla cifra di 59 euro. Ovviamente non verrà riproposto nella sua edizione originale, ma vi saranno molte annotazioni critiche ad accompagnare il testo, che serviranno a chiarificare al lettore determinati passaggi, da quelli più difficili e oggi meno comprensibili a quelli in cui la realtà veniva piegata al volere del Führer.
La ristampa è stata resa possibile poiché i diritti de libro, passati nelle mani del ministero delle Finanze del Land della Baviera al termine della seconda guerra mondiale, scadranno il 31 dicembre 2015.
L’intento degli studiosi e degli storici è chiaro: riproporre alle vecchie e alle nuove generazioni il Mein Kampf è un modo per far conoscere a tutti come la storia del nazismo, e di tutto quanto sorto in esso e per esso, abbia portato al conflitto globale e allo sterminio della “razza ebraica” e di tutti coloro che si opponevano al Terzo Reich. Elementi che ancora oggi trovano consensi in una minoranza di fedelissimi, neo-nazi, skin e altri gruppo estremisti.
“Vogliamo togliere a questo libro qualsiasi tipo di valore simbolico attraverso una vasta e approfondita opera di destrutturazione”, ha detto in una nota L’Istituto di Storia Contemporanea.
Hitler scrisse il Mein Kampf tra il 1924 e il 1926, prima che il partito nazionalsocialista prendesse il potere, e qui vi espose il pensiero politico e delineò il programma del partito. Una prima parte del testo venne dettata da Hitler all’amico di prigionia Rudolf Hess, ritenuto da molti il più fedele fra i suoi seguaci, durante il periodo di reclusione nel carcere di Landsberg am Lech seguito al tentativo fallito del colpo di Stato di Monaco del 9 novembre 1923.
“Difficilmente si può trovare nella storia della letteratura un libro simile, così pesantemente influenzato da miti che trasudano un’aura misteriosa e proibita, capaci di suscitare ansia e disgusto nel lettore, ma soprattutto in grado di condizionarlo, traviarlo”, hanno concluso gli studiosi.
Le note al testo degli storici serviranno proprio a scongiurare questo pericolo e a sconfiggere con le stesse armi del dittatore, lettere e parole, le idee pregne di follia di un uomo che portò la storia dell’Occidente e del mondo intero sull’orlo del baratro. Riproporre il male per esorcizzarlo.
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