Il gigante Usa apre nella città tedesca la sede centrale dell’unità Watson Internet of Things: un campus con mille ricercatori per sviluppare una nuova classe di soluzioni connesse come punto di incontro tra il computing cognitivo del supercervellone Watson e gli oggetti connessi. Arrivano anche quattro nuove famiglie di Api per l’analisi del linguaggio naturale e dei dati non strutturati.
Pubblicato il 16 dicembre 2015 da Redazione
Ibm porta il cervello del supercomputer Watson in Europa. Il colosso a stelle e strisce ha annunciato che da oggi Monaco di Baviera ospita la sede centrale globale della nuova unità Watson Internet of Things, insieme al primo centro di innovazione Watson nel Vecchio Continente. Il campus, parte di un sostanzioso investimento di tre miliardi di dollari voluto dall’azienda in campo IoT, riunisce mille tra sviluppatori, consulenti, ricercatori e progettisti Ibm e funzionerà principalmente come laboratorio di innovazione per elaborare una nuova classe di soluzioni connesse come punto di incontro fra computing cognitivo e Internet delle cose. Attraverso la piattaforma Watson IoT Cloud, la compagnia offrirà Api e altri servizi per aiutare aziende clienti e sviluppatori a creare applicazioni e soluzioni adatte all’impetuoso mondo degli oggetti connessi, che sarà capace di generare un valore di mercato pari a 1,7 trilioni di dollari nel 2020.
I maggiori beneficiari saranno, secondo Ibm, soprattutto le realtà attive nei settori automobilistico, elettronico, sanitario, assicurativo e di componenti industriali all’avanguardia in ambito Industry 4.0. Ma, per godere appieno di tutto il potenziale offerto dall’Internet delle cose, il gigante statunitense ha annunciato anche l’apertura di otto nuovi centri Watson IoT Client Experience a Pechino (Cina), Boeblingen (Germania), San Paolo (Brasile), Seoul (Corea), Tokyo (Giappone) e in Massachusetts, North Carolina, e Texas (Stati Uniti).
Si tratta di centri in grado di offrire l’accesso a tecnologie, strumenti e talenti necessari a sviluppare e creare nuovi prodotti e servizi basati sull’uso dell’intelligenza cognitiva, disponibile grazie alla connessione con Watson IoT Cloud Platform. Piattaforma che, a sua volta, si basa sulle enormi capacità elaborative e di apprendimento automatico del supercomputer diventato famoso nel 2011, per aver “partecipato” al quiz televisivo Jeopardy.
Le nuove famiglie di Api che Ibm metterà a disposizione come parte della nuova offerta Watson IoT Analytics sono quattro. Le Api Natural Language Processing (Nlp) consentiranno agli utenti di interagire con sistemi e dispositivi utilizzando il linguaggio naturale, mentre le Api Machine Learning automatizzeranno l’elaborazione dei dati e sorveglieranno costantemente le nuove interazioni fra utenti e dati, per classificare informazioni e risultati sulla base delle priorità apprese. Machine Learning può essere applicato a qualsiasi dato ottenuto da dispositivi e sensori per comprendere automaticamente le condizioni attuali, i parametri di normalità, i trend previsti, le proprietà da monitorare e le azioni suggerite in caso di problemi.
Con la famiglia Video and Image Analytics si potranno monitorare i dati non strutturati da feed video e immagini istantanee per identificare scene e modelli. Questa conoscenza può essere combinata con i dati provenienti dalle macchine per consentire una comprensione più approfondita degli eventi trascorsi e delle situazioni emergenti. Infine, le Api Text Analytics permetteranno la raccolta di dati testuali non strutturati, incluse per esempio le trascrizioni dai call center o i log di manutenzione dei tecnici, per rilevare correlazioni e modelli tra questi massicci volumi di dati.