L’Olympiastadion di Berlino è il palcoscenico ideale per festeggiare il titolo per il Bayern Monaco di Guardiola. Basta una vittoria per non aver bisogno di guardare al risultato del derby della Ruhr, ma il tecnico spagnolo è sicuro dei suoi mezzi e porta con se tutta la rosa, giovani della primavera, infortunati e squalificati. Vittima sacrificale un Hertha in crisi di risultati e con la percentuale di fare punti, a detta del suo allenatore, di circa il 10%. Pep Guardiola sceglie Muller come prima punta mobile, con Gotze e Robben larghi e Lahm davanti alla difesa; le speranze della squadra della capitale si affidano al colombiano Ramos, unico giocatore con licenza di offendere.
Cinque minuti ed inizia la festa- Non appena viene battuto il calcio d’inizio, si intuisce come potrebbe andare a finire la partita: i bavaresi iniziano da subito a far girare palla e testa degli avversari, palleggiando con una facilità disarmante. Il timore reverenziale dei berlinesi è forse eccessivo e la fame di vittoria del Bayern fa il resto: Muller va via sulla destra, mette a sedere un difensore e crossa in mezzo un pallone che viene respinto dalla difesa; il più lesto ad arrivare è Toni Kroos che insacca e dopo 5 minuti fa iniziare i festeggiamenti sugli spalti. L’Hertha non reagisce e subisce passiva il possesso palla degli avversari. I padroni di casa scelgono di aspettare nella loro metà ed i bavaresi fanno alla perfezione ciò che sono stati costruiti per fare: rete di passaggi per far uscire la difesa e assist ficcanti per imbeccare i tagli dei centrocampisti. Proprio questo tipo di movimento libera Schweinsteiger, che pennella un pallone perfetto per la testa di Gotze per il gol del 2 a 0. Neuer per toccare un pallone deve intervenire di testa nella propria trequarti, ma poi il Bayern addormenta il gioco e chiude il primo tempo con la consapevolezza non solo di poter segnare in qualsiasi momento, ma di essere a 45 minuti dalla vittoria del campionato.
L’illusione di una partita, ma i campioni la chiudono- Il Bayern sembra voler controllare il match, per arrivare in maniera indolore al 90′ e preservare le forze per la festa, ma l’Hertha rientra in campo con grinta e pressa alto provando a recuperare la palla con decisione. La partita si riapre un pò per caso: su un inoffensivo cross dalla trequarti, Rafinha spinge leggermente Ramos e l’arbitro indica il dischetto. Lo stesso colombiano realizza e la partita potrebbe infiammarsi. In realtà i bavaresi riprendono subito le redini del match, premendo il piede sull’acceleratore e provando a chiudere definitivamente la questione. Entrano Mandzukic e Ribery e sono proprio loro a tentare il colpo del K.O.: un tiro del croato viene fermato dal piede di Kraft mentre il francese, dopo una ripartenza guidata da Gotze, appoggia con delicatezza in rete, scavalcando il portiere e riportando i suoi avanti di due gol. Il resto della partita è accademia pura: iniziano i cori e le coreografie nel settore dei tifosi bavaresi, in panchina i giocatori si abbracciano e, al fischio dell’arbitro, l’intera squadra è pronta per iniziare la festa e a far scorrere fiumi di birra.
La vittoria del titolo che oggi sembra così scontata, in realtà è una prova di forza di una squadra che ha cambiato modo di giocare senza perdere efficacia e mentalità vincente. Raffiche di gol rifilate a tutte le squadre, nessuna sconfitta, un campionato vinto con enorme anticipo ed un risultato che riesce a superare i brillanti traguardi dell’anno precedente. Ora ci sono ancora due trofei da portare a casa ma il primo, quello forse più “fastidioso” entra meritatamente nella bacheca bavarese, permettendo a questa macchina perfetta di concentrarsi unicamente sul vero risultato che adesso rimane: bissare la vittoria in Champions.
Hertha Berlino-Bayern Monaco 1-3 (Kroos 6′, Gotze 15′, Ramos 65′, Ribery 79′)