Guardiola vince la sfida col passato

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MONACO DI BAVIERA È soltanto fine luglio, ma sarà l’entusiasmo per il «triplete» appena vinto, la curiosità nel vedere all’opera il nuovo allenatore Pep Guardiola contro i «suoi» blaugrana, o forse l’evento che portava in scena quello che ormai è definito da tutti come il «derby d’Europa». Sta di fatto che l’Allianz Arena di Monaco di Baviera si è vestita a festa ieri pomeriggio per la supersfida del precampionato mondiale, con il Bayern Monaco che ha superato per 2-0 il Barcellona, grazie alle reti di Lahm in apertura e di Mandzukic nel finale.

Il confronto fra le due formazioni promette di essere una sorta di tormentone in salsa Champions, a cominciare già dall’edizione che inizierà a ottobre. Intanto era interessante vedere all’opera Pep Guardiola sulla panchina dei teutonici e, per la prima volta, contro la squadra che con lui in panchina ha vinto qualsiasi cosa, e anche di più. Catalani che, a loro volta, vedevano in panchina il vice Roura, in attesa dell’arrivo del nuovo tecnico Gerardo «Tata» Martino, e ancora attendono i reduci della Confederation Cup, su tutti Iniesta e il nuovo grande acquisto Neymar.

Tutte le novità, come erano prevedibili, si registrano in casa bavarese, dove si vede già la mano di Guardiola: via il 4-2-3-1 con cui Heynckes ha vinto tutto, spazio al «falso nueve» Thomas Muller spalleggiato da Robben e Ribery, con Kroos ad impostare il gioco e Thiago Alcantara a scalare quasi a uomo su Messi, unico vezzo difensivista che il Pep sembra volersi concedere.

Non c’è spazio nell’undici iniziale per il «rude» Schweinsteiger (che potrebbe diventare un caso al pari di Pizarro, che Guardiola sta impiegando non più da punta). mentre lo splendido gol di Lahm dopo nemmeno un quarto d’ora di gioco dimostra come i terzini bavaresi giocheranno spesso da ali aggiunte ai già letali esterni Ribery e Robben. Insomma, nel nuovo Bayern tiqui-taqua e pragmatismo teutonico si integrano alla perfezione, anche se ci sará molto da lavorare con la nuova difesa a tre, soprattutto nella prima parte della stagione quando i meccanismi non sono ancora rodati. E sará subito una prova del nove quella di sabato prossimo, quando i campioni affronteranno il Borussia in Coppa di Germania nella rivincita della finale di Champions.

Si capisce invece ancora poco di quello che sarà il nuovo Barça. In realtà, l’equipo catalano visto ieri è sembrato essere piuttosto l’ultimo di Vilanova che il primo di Martino: formazione rimaneggiata nel primo tempo, con Messi poco ispirato, Sanchez e Tello ancora sulle gambe e un centrocampo di riserva che non vede eredi dei «marziani» Xavi e Iniesta, mentre nel secondo tempo Roura ha dato addirittura spazio al Barcellona B. Il risultato sono tanta noia e qualche sbavatura in difesa, con conseguenza inevitabile il 2-0 di Mandzukic su assist di Contento.

Ora starà all’allenatore argentino Tata Martino, concittadino di Leo Messi (entrambi sono di Rosario), cercare di restituire stimoli ad una squadra che nell’ultima stagione è sembrata essersi persa nella consapevolezza di aver scritto forse la pagina più bella della storia calcistica mondiale. Di grande stimolo la forza e il temperamento di questo Bayern, su cui Guardiola sta lavorando con grande intensità, sfida che può rappresentare per «El Pep» la consacrazione definitiva.

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Massimo Ciccognani

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