Così come recentemente sia a Monaco di Baviera che a Barcellona, è avvenuta una rivolta che ha visto gruppi di animalisti protestare nudi, in gabbia, persino insanguinati gli spagnoli, il 13 dicembre si è svolta a Roma, davanti all’Auditorium della Rai, una manifestazione contro Telethon. La fondazione richiede finanziamenti per le ricerche sulle malattie genetiche compiute notoriamente con metodi di sperimentazione animale, campagna scientifica sostenuta annualmente da tutte le reti Rai, e invece chiaramente detestata dagli animalisti. Quanto è accaduto è a dir poco disdicevole, poiché gli attivisti erano in piena regola con un preavviso di pubblica manifestazione protocollato dal Partito Animalista Europeo, e nonostante ciò, sono stati brutalmente allontanati dai funzionari della legge, i quali, viceversa, in questo modo la legge non l’hanno rispettata, i manifestanti protestavano pacificamente. Stefano Fuccelli, presidente del Pae, è stato condotto al commissariato e denunciato per inosservanza del provvedimento dato dall’Autorità Giudiziaria e turbativa dell’ordine pubblico, il che ha provocato ulteriori tensioni, difatti all’arrivo di Montezemolo (presidente Telethon) la sicurezza ha dovuto scortarlo verso un accesso secondario dell’Auditorium per fuggire dalla folla arrabbiata. Quattro manifestanti si trovano all’ospedale a causa della violenza delle forze dell’ordine, così in questo momento il responsabile legale del partito che lotta in favore della tutela degli animali, sta valutando tutti i filmati (anche noi possiamo visionare quanto accaduto: http://www.youtube.com/watch?v=bMlbvik1wSo ) .
Cerchiamo di fare chiarezza sulla polemica contro i metodi che utilizza Telethon: elencherò per prime le principali posizioni di chi lotta contro questa forma di ricerca, tesi comprovate da studiosi medici (interessante approfondire, per chi vuole, il dottor Stefano Cagno il quale spiega che la sperimentazione animale non è solo inutile ma addirittura dannosa per l’essere umano), e ad ognuna corrisponderà, con la separazione di un trattino, la controbattuta della fondazione scientifica sotto accusa. Ai posteri l’ardua sentenza, ciascuno scelga da che parte stare. 1) Non è vero che qualsiasi metodo è utile per progredire, il fine in questo caso non giustifica i mezzi, se il mezzo giustificato è l’assassinio di esseri indifesi. La sperimentazione sugli animali comporta tortura e morte di quest’ultimi, non viene rispettata la vita. – E’ impossibile pensare di poter evitare concretamente l’utilizzo di farmaci, cibi, vestiti che non abbiano comportato il sacrificio degli animali, c’è ovvia differenza tra la vita umana e quella animale. La tortura consiste nel provare piacere mentre si fa del male, noi invece riduciamo al minimo le sofferenze degli animali sottoposti a sperimentazione, secondo le legge, effettuata solo al fine di tutelare la salute umana. 2) La manipolazione genetica di un animale non lo rende nemmeno lontanamente simile all’uomo, non si è ancora in grado di ricostruire un patrimonio cellulare da somministrare tale che vi si avvicini. Un esempio è quello dei topi, così piccini che già arrivare ad un muscolo qualunque umano è impossibile, figuriamoci al suo metabolismo, ed inoltre mentre loro sono tutti uguali, come se fossero fratelli gemelli, così non è per gli uomini. Riguardo i farmaci per esempio, i topolini reagiscono con intossicazione al 90% dei farmaci che noi uomini assumiamo regolarmente, come l’aspirina. Animali ed uomini si assomigliano piuttosto dal punto di vista della capacità di provare emozioni (in questo caso dolore), trattandosi di essere senzienti. – Uomini e topi condividono l’85% del patrimonio genetico, un roditore è assai probabilmente alle origini dell’albero evolutivo che ha portato all’Homo Sapiens. Gli animali costituiscono un buon metodo per studiare i meccanismi di una malattia, si stima che i modelli animali abbiano una predittività del 70%. Moltissimi passi avanti in medicina non ci sarebbero stati senza un accurata sperimentazione animale. 3) Esistono risorse alternative alla sperimentazione animale, ma non utilizzate perché fuori dal business delle lobbies, tra queste le culture delle cellule staminali (metodi in-vitro), le quali possono trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo. Vari scienziati appoggiati da associazioni, ovviamente per lo più di origine estera e non italiana, hanno constatato l’inefficacia della vivisezione e viceversa l’utilità del metodo stamina. Un esempio pratico tratto da una rivista di salute: “un paziente soffre di Alzheimer, una malattia che colpisce innanzitutto i neuroni, cioè le cellule del cervello. Non ci sono cure definitive a questa malattie, che è lunga e degenerativa. Con il metodo stamina, è tecnicamente possibile creare un “clone” pre-embrionale del paziente, dal quale estrarre le cellule staminali embrionali perfettamente e geneticamente compatibili con quelle del paziente. Una volta ottenute e moltiplicate, queste fungono da “mattoncini di riparazione” per le cellule già morte, frenando notevolmente l’esito della malattia.” – Questi metodi alternativi non sono in grado di sostituire completamente il ricorso agli animali, una cellula non è un organismo intero. Ad oggi, i dati scientifici a supporto del metodo stamina non sono stati condivisi con la comunità scientifica, non sono stati resi pubblici, quindi praticamente non sappiamo di che si tratta ed anche per questo non è sicuro.
Per par condicio va detto che ad un’intervista su Repubblica si legge che la scelta di Vannoni, il fondatore di Stamina, di non rendere pubblico con articoli su riviste scientifiche il metodo, deriva dall’impegno di riservatezza stipulato con un gruppo di ricerca e sviluppo farmaceutici, disattenderlo comporterebbe una penale. “Se si rende pubblico un metodo con risultati conclamati, si rischia che un’azienda estera prenda le informazioni, sviluppi la metodica e la venda a pazienti anche italiani, visto che il nostro Paese non ha il coraggio di dare la terapia per uso compassionevole.Vorrei evitare una speculazione di questo tipo.” Dice Vannoni che poi assicura che invece questa società, Medestea, s’impegna ad erogare gratuitamente la metodica per i pazienti anche all’estero.
Non mi addentro oltre, l’argomento cellule staminali non faceva parte dell’approfondimento e ricerca sollevata, è bensì una diretta conseguenza, una possibile direzione alternativa, seppur vicenda controversa, alla vivisezione, tema invece dominante. Ci sono una marea di studi sui risultati fallaci della sperimentazione animale, e le risposte di contro, si basano sui successi che ha portato quest’ultima e soprattutto si battono sull’uso delle parole, poiché chiamandola vivisezione si da un’accezione negativa alla loro ricerca più che lecita, dicono. Chi ha ragione? Se vi sentite confusi, se l’informazione ci porta a mille tesi che si escludono l’un l’altra, e l’etica personale non vi basta, concludo con una soluzione che taglia la testa al toro (il riferimento è puramente proverbiale): avete mai pensato di devolvere le vostre donazioni alle famiglie dei malati che hanno bisogno di tanto denaro per le cure, invece che ai gruppi di ricerca? Così facendo, indipendentemente da Telethon o Stamina Foundation, sarete almeno sicuri di far davvero del bene, e soprattutto non farete del male a creatura alcuna. Non tutto quel che trapela dalla televisione, di qualsiasi rete si tratti, è veritiero e mosso da buone intenzioni, ce ne siamo accorti da tempo giusto? Siamo generosi, ma in modo intelligente.