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Germania: i profughi come simbolo di protesta dei land contro Angela Merkel


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Berlino. In Germania l’affaire migranti sta mettendo in un certo qual modo in crisi la leadership di Angela Merkel: dopo qualche malumore, espresso anche sottovoce dai membri del suo stesso partito, adesso arriva la prima presa di posizione “forte” da parte di Peter Dreier, consigliere provinciale di Landshut (in Bassa Baviera), che ha recapitato alla cancelliera un autobus con a bordo 31 migranti.

Un viaggio da sud a nord – al quale per altro ha partecipato lo stesso Dreier – per ribadire alla Merkel un concetto: “io sono favorevole a fornire ricovero dignitoso e non di emergenza, come possono essere dei magazzini usati per mesi. E non possiamo approntare sistemazioni umanamente accettabili per tante persone. Per questo abbiamo bisogno di un atto simbolico”.

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Niente a che fare, quindi, con l’estremismo del partito Pegida, che al grido “Merkel vai via” propugnano una Germania priva di immigrati e di qualsiasi tipo di accoglienza umanitaria; per il rappresentante cristiano democratico l’accoglienza dei profughi è un dovure imprescindibile. Ma comunque con dei limiti.

L’iniziativa di Dreier non è comunque piaciuta agli alleati della Merkel, ovvero a quelli dell’Spd; Katarina Barley, segretario generale del partito, ha infatti affermato che “questi atti, compiuti sulla pelle dei bisognosi e di coloro che cercano rifugio sono di cattivo gusto ed appartengono al peggior populismo”.

Ma che fine hanno fatto proprio quei profughi caricati sull’autobus in direzione Berlino da Dreier? Molti sono stati portati in rifugi di accoglienza dalla polizia che si trovava sul posto ad accoglierli; non tutti, però, hanno intenzione di rimanerci. E visto che nella giornata di oggi l’autobus che li ha condotti a Berlino ritornerà in direzione Monaco di Baviera, qualcuno farà il viaggio a ritroso. A dimostrazione che quello del politico della Csu voleva essere soltanto un atto simbolico.

(di Alessandro Marinai)

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