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“L’Italia arriva in Baviera per il G7 non come problema, ma come parte della soluzione”. Il premier Matteo Renzi a conclusione del vertice parla dei problemi che interessano l’Europa. In primis il problema immigrazione, seguono i rapporti tesi con Mosca e, in conclusione, l’accordo sul clima. Proprio su quest’ultimo punto il gruppo dei sette paesi più industrializzati al mondo ha raggiunto un accordo che dovrebbe contenere un limite vincolante di due gradi centigradi di aumento per quanto riguarda il riscaldamento globale. I leader hanno concordato sull’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale entro i due gradi rispetto ai livelli pre-industriali. L’accordo rappresenta una vittoria per la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che voleva un fronte unito in vista della conferenza sul clima che si terrà a Parigi nel dicembre prossimo. Nella conferenza stampa finale del summit, la cancelliera tedesca ha assicurato la volontà del G7 di far rispettare l’impegno di lungo termine preso a Copenaghen nel 2009 di costituire un fondo da 100 miliardi di dollari per alimentare le iniziative di contrasto ai cambiamenti climatici nei paesi più poveri. Viene inoltre sottolineato che si tratta di un’azione necessaria per avere “una minore dipendenza dai combustibili fossili” a livello mondiale. La cancelliera ha ricordato poi come tutti i paesi dovranno impegnarsi perché “nessuno può raggiungere da solo” l’obiettivo entro la data fissata del 2020. E riferendosi alla conferenza del Clima di Parigi ha sottolineato che è importante che da qui alla data del suo svolgimento tutti i paesi facciano le proprie proposte “in modo da poter arrivare con dei risultati”. Sempre sul clima questa mattina gli attivisti di Greenpeace hanno proiettato con un laser un messaggio sul monte Zugspitz, proprio vicino al luogo del summit: “G7: Go for 100% renewables’”. Il messaggio è indirizzato ai leader mondiali.
Le sanzioni contro Mosca. Il vertice del G7 si è detto pronto a varare nuove sanzioni contro la Russia, se la situazione in Ucraina lo renderà necessario. “Siamo pronti ad assumere ulteriori misure restrittive per aumentare i costi per la Russia, se le sue azioni lo renderanno necessario”, si legge nel comunicato finale del summit in Baviera. L’eliminazione delle sanzioni è legata all’applicazione degli accordi di Minsk”, ha ricordato la Merkel nella conferenza stampa di chiusura del G7. “Se la situazione lo dovesse richiedere”, le sanzioni potrebbero “essere rafforzate”. La cancelliera ha tuttavia precisato che occorre “fare di tutto per andare avanti con il processo di Minsk”. “Sosteniamo le riforme in Ucraina”, ha ribadito, aggiungendo che “gli ambasciatori del G7 a Kyiv devono creare un gruppo di sostegno per aiutare” Kyiv a realizzare “le riforme economiche”. Il Cremlino ha espresso rammarico per il fatto che dal G7 non si sono sentiti appelli a rispettare gli accordi di Minsk da parte di coloro che, a differenza della Russia, sono davvero obbligati a farlo. “Abbiamo prestato attenzione alla linea che collega le nazioni con l’attuazione da parte russa degli accordi di Minsk”, ha dichiarato il portavoce del presidente russo, Dmitri Peskov, secondo il quale bisogna “rinfrescare la memoria su chi deve adempiere gli accordi”. “In questo caso – ha aggiunto – per ora non abbiamo sentito alcun appello a coloro che sono obbligati a metterli in atto”, riferendosi, senza nominarla, a Kyiv. A fargli eco il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, che in una conferenza stampa con il collega bielorusso a Mosca, ha denunciato che l’attuale escalation della situazione in Ucraina orientale è dovuta al fatto che “non tutte le parti sono soddisfatte” dei “progressi” nei negoziati di pace. L’ultima riunione delle sottocommissioni di lavoro (sicurezza, umanitaria, politica, economica) create all’interno del Gruppo di contatto per implementare gli accordi di pace del 12 febbraio, si è svolta il 2 giugno a Minsk. Per molti si è trattato di un nulla di fatto, mentre Lavrov ha parlato di “sviluppi postivi”.
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