Fasching, a Monaco di Baviera l’antica magia del carnevale

Se ci venisse chiesto all’improvviso di indicare le tre aree più industrializzate d’Europa, molto probabilmente si penserebbe subito albacino della Ruhr, ad Amburgo, a Manchester, a Liverpool, forse anche alla Lombardia, ma mai e poi mai alla Baviera. Eppure questo land che l’immaginario collettivo associa indissolubilmente alla birra, alle feste e alla campagna, è la terza regione industriale dell’Unione europea e Monaco, la sua capitale, è la sede di nomi altolocati nel gotha finanziario ed industriale continentale, come Bmw, Siemens, Allianz. Così non deve certo stupire se solo cinque bavaresi su 100 lavorano in agricoltura.

Una domanda è quindi d’obbligo: ma se le cose stanno così, come mai a Monaco di Baviera una festa tira l’altra e la città può orgogliosamente definitisi un paese di quasi due milioni di abitanti? Una risposta la si potrebbe trovare nel fatto che i suoi abitanti attribuiscono grande importanza al tempo libero e la gente preferisce stare all’aria aperta appena può. Tanto è vero che i ristoranti e i bar mettono i tavolini per strada anche d’inverno, se appena un timido e pallido sole riscalda un poco l’aria. Un carattere, questo, che affonda le sue radici nelle antiche abitudini guerriere e contadine dei bavaresi e che si esprime al massimo in occasione di determinate feste.

Prendete il Carnevale. A Monaco e in tutto il land viene chiamato Fasching e sembra si ispiri a danze delle armi e ai giochi cavallereschi dell’età medioevale. Di certo dura un lungo arco di tempo (dal giorno dopo l’Epifania sino al martedì grasso, che nel 2015 cade il 17 febbraio) durante il quale uno stato di euforia collettivo sembra impadronirsi della città e mette allegria nei cortei in maschera organizzati dalle diverse Corporazioni cittadine o nei balli che si tengono nei locali e nelle birrerie più alla moda. Ed è proprio negli ultimi giorni del periodo carnevalesco che le manifestazioni assumono i toni più caldi.

Il lunedì grasso (Rosenmontag) ed il martedì grasso si tengono all’aperto, nelle strade e piazze principali. Proprio il martedì grasso, l’attrazione principale è costituita dal famoso Ballo delle venditrici del mercato (Tanz der Marktfrauen) al Viktualienmarkt. In questo giorno negli uffici pubblici si lavora fino a mezzogiorno e, poi, tutti in piazza a festeggiare con brezen, wurstel, birra a volontà e a ballare fino a tardi sera.

Il Viktualienmarkt, letteralmente mercato delle vettovaglie, in pieno centro cittadino, a pochi passi dalla famosa Marienplatz, non è solo uno dei luoghi più frequentati di Monaco, ma è soprattutto uno spazio (qualcuno si spinge addirittura a dire un’istituzione) dove si possono ritrovare intatte le radici popolari e contadine della città. Aperto dal lunedì al sabato, non si presenta come un comune mercato rionale ma come una sorta di grande negozio all’aperto, con banchi ordinati, tutti rigorosamente di colore verde scuro, che si allineano uno a fianco all’altro su di un’area di oltre ventimila metri quadrati. Qui non si trovano solo pane, latte, burro, formaggio, non solo carne, salsicce, cacciagione, pesce e pollame, non solo spezie e verdura e frutta, si possono soprattutto gustare cose ben più preziose, che non sono in vendita, ma che si respirano e si osservano come i profumi e i colori dei cibi freschi e delle spezie o si ascoltano come il vociare delle venditrici o si percepiscono nell’aria come l’atmosfera d’altri tempi. Al Viktualienmarkt si ritrova insomma quella gioia di vivere tipica di Monaco, una città in perenne bilico tra Nord e Sud, tra cultura e consumismo, tra birra e tecnologia.

A voler la sua costruzione fu il re Max Joseph I che il 2 maggio del 1807 ne approvò il progetto. Dopo un primo ampliamento nel 1885 (quando il mercato andò ad occupare gli spazi del demolito ospedale dedicato allo Spirito Santo) i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale sembrarono comprometterne del tutto la sua esistenza. Ma già nel 1950 il Viktualienmarkt tornò a rifiorire e venne arricchito di piccole e graziose fontane sparse qua e là tra i diversi banchi a ricordo di alcuni tra i più amati esponenti del cinema e del teatro popolare bavarese: Karl Valentin (il Charlie Chaplin bavarese, che fu costretto ad un forzato silenzio durante il nazismo), Weiß Ferdl, Liesl Karlstadt, Ida Schumacher, Elise Aulinger e Roider Jackl.

Dall’autunno del 2011 il Vitkualienmarkt ha una nuova attrazione: la Schrannenhalle, l’antico mercato coperto realizzato a metà dell’Ottocento e ristrutturato integrando parte delle strutture originali con moderni innesti, un luogo ideale da visitare quando fa troppo freddo o nelle giornate piovose. Ma attenzione, non entrate troppo affamati: l’indigestione di birra, cioccolato, krapfen e quant’altro è assicurata.

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