Un aiuto fondamentale potrebbe invece arrivare dalla Germania. In Baviera è stato fermato un 51enne montenegrino, che stava percorrendo l’autostrada Salisburgo-Monaco. Il veicolo era pieno di armi. Secondo le autorità bavarese ci sono “prove molto chiare sul fatto che l’uomo fosse diretto a Parigi”. Prove che erano state valutate e poi comunicate come di routine ai partner dell’Interpol, come ha detto Ludwig Waldinger, portavoce della polizia criminale bavarese. L’uomo era stato fermato per un controllo di routine la scorsa settimana, verso le 8 del mattino all’altezza di Rosenheim, in Baviera. Viaggiava su una Golf, in direzione ovest, ma è incappata nei controlli della polizia che combatte il traffico illegale di profughi. In un primo controllo nel bagagliaio, i poliziotti hanno scoperto una pistola. Da lì sono partiti controlli più approfonditi, in diverse parti dell’auto. Bilancio: 8 kalashnikov, 2 pistole, 1 revolver, munizioni, 2 bombe a mano e 200 grammi di Tnt. 
La grande incertezza della notte ha lasciato posto ai proclami e alle farneticanti motivazioni apportate per il massacro di Parigi. Ma la rivendicazione dell’Isis è stata tutt’altro che tempestiva. Il che, ma è lavoro per gli investigatori e l’intelligence, lascia pensare all’azione di un gruppo non necessariamente a stretto contatto con i “comandi” dell’organizzazione terroristica. È in mattinata che sul web è comparsa la firma dei tagliagole dello Stato Islamico. Che se l’è presa con Parigi e la Francia, e poi con tutto l’occidente in un testo pubblicato, e recitato in audio in francese. Il riferimento è esplicito per quanto riguarda lo Stade de France, “dove l’imbecille di Hollande assisteva alla partita Francia-Germania”, e negli arrondissement X, XI e XVIII. Parigi “ha tremato sotto i loro piedi, Allah ha aiutato i nostri fratelli e gli ha accordato quello che speravano, il martirio”.C’è anche una sommaria ricostruzione delle azioni. “Otto kamikaze hanno azionato le loro cinture esplosive dopo avere esaurito le munizioni delle loro armi contro le masse di apostati”. Poi, il movente e le minacce. “La Francia e chi la segue deve capire che saranno in testa alla lista degli obiettivi dello Stato Islamico”, si legge. Gli attacchi di Parigi “sono solo l’inizio della tempesta”, la Francia, e chi la sostiene, “rimarrà tra gli obiettivi principali, continuerà a sentire l’odore della morte per aver preso la guida della crociata, aver insultato il Profeta e essersi vantata di combattere l’Islam”.

Intanto le indagini continuano in una Parigi blindata, come non lo era dal 1944. Gli ultimi elementi emersi dicono che una delle auto utilizzate dagli attentatori aveva una targa belga. Testimonianze raccolte da “Le Monde” parlano di due auto nere, con alla guida 18-20enni, di cui una (appunto) immatricolata in Belgio. Ma l’attenzione è ora spostata anche e soprattutto su un passaporto siriano ritrovato sul corpo di uno degli attentatori kamikaze: l’origine e l’autenticità del documento sono ancora al vaglio degli inquirenti.

Un aiuto fondamentale potrebbe invece arrivare dalla Germania. In Baviera è stato fermato un 51enne montenegrino, che stava percorrendo l’autostrada Salisburgo-Monaco. Il veicolo era pieno di armi. Secondo le autorità bavarese ci sono “prove molto chiare sul fatto che l’uomo fosse diretto a Parigi”. Prove che erano state valutate e poi comunicate come di routine ai partner dell’Interpol, come ha detto Ludwig Waldinger, portavoce della polizia criminale bavarese. L’uomo era stato fermato per un controllo di routine la scorsa settimana, verso le 8 del mattino all’altezza di Rosenheim, in Baviera. Viaggiava su una Golf, in direzione ovest, ma è incappata nei controlli della polizia che combatte il traffico illegale di profughi. In un primo controllo nel bagagliaio, i poliziotti hanno scoperto una pistola. Da lì sono partiti controlli più approfonditi, in diverse parti dell’auto. Bilancio: 8 kalashnikov, 2 pistole, 1 revolver, munizioni, 2 bombe a mano e 200 grammi di Tnt. 

robert vignola

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