14 agosto 2014 – I 100 milioni di dollari sono arrivati e il processo Ecclestone è adesso formalmente chiuso: lo ha comunicato ieri il Tribunale di Monaco.

Il patron del circus aveva una settimana di tempo per lasciarsi alle spalle mesi di udienze in aula a Monaco di Baviera e un processo per corruzione che avrebbe potuto costringerlo a lasciare definitivamente la guida del circus: martedì scorso la corte presieduta dal giudice Peter Noll aveva approvato l’accordo raggiunto tra la Procura di Monaco e i legali di Ecclestone, che prevedeva la chiusura del procedimento dietro il pagamento di 100 milioni di dollari. Una “scappatoia” legale prevista dall’ordinamento tedesco, che porterà nelle casse della Baviera 99 milioni di dollari, mentre 1 milione sarà destinato a un ente di beneficenza che aiuta i bambini malati.
Iniziato ad aprile, il processo è durato due mesi meno del previsto (le udienze erano calendarizzate fino a ottobre) e ora Ecclestone sarà libero di tornare a occuparsi a tempo pieno della Formula 1 senza dover distogliere dal suo business due giorni alla settimana in cui doveva obbligatoriamente assistere alle udienze.
Atteso a portare sul banco dei testimoni star del circus e a far emergere verità scomode per l’83enne britannico, il processo si è invece sviluppato quasi sottotono, senza scoop da prima pagina e senza far mai emergere quella pistola fumante che la stessa giustizia tedesca si aspettava evidentemente di far emergere dopo aver lavorato per anni a intavolare il procedimento contro il patron della massima serie automobilistica. Anzi, nel corso delle udienze la posizione di Gerhard Gribkowsky, il grande accusatore di Ecclestone, è andata via via indebolendosi e la stessa testimonianza dell’ex responsabile del settore rischi della BayernLB si è rivelata un assist a favore della difesa.
Ecclestone, che ha sempre sostenuto di non aver corrotto il banchiere tedesco ma di aver versato i 44 milioni di dollari (visti dall’accusa come una tangente a pubblico ufficiale, essendo la BayernLB partecipata statale) per garantirsi il silenzio di Gribkowsky circa la gestione delle proprie finanze, dopo il rinvio a giudizio di gennaio era stato costretto a dimettersi dal board della società che controlla il circus, mantenendo solo la gestione su base quotidiana.
Ora, confortato dall’esito del processo da cui esce con la fedina penale immacolata, il Supremo (in vacanza al largo della Croazia con il suo yacht, come riporta il Daily Mail) potrà concentrare tutte le sue energie sui molteplici tavoli di lavoro aperti in questi mesi per definire il nuovo futuro della Formula 1. In cui lui, ovviamente, conta di continuare a recitare un ruolo centrale.

FP | Matteo Sala