Posto che si abusa spesso nel giornalismo sportivo del termine “Fenomeno”, come dovremmo chiamare Robert Lewandowski il giorno dopo il trentanovesimo compleanno di Ronaldo (Luís Nazário de Lima), il giorno dopo uno straordinario primato di 5 gol in 8 minuti e 59 secondi?
22 settembre 2015, Monaco di Baviera, Allianz Arena, sesta giornata di Bundesliga, Bayern Monaco-Wolfsburg 5-1. Sono le coordinate di un appuntamento con la storia, del record del centravanti polacco, subentrato a inizio ripresa e a segno 5 volte fra il 51’ e il sessantesimo minuto. Wölfe in vantaggio a fine primo tempo con un gol di Daniel Caligiuri al 26’, Lewandowski fa 1-1 in area piccola, 2-1 dal limite, 3-1 con una carambola di 3 tiri (palo, portiere, rete), 4-1 di rimbalzo acrobatico, 5-1 griffando l’impresa con una spettacolare girata al volo.
Prima di Robert Lewandowski, Ole Gunnar Solskjær siglò 4 gol da subentrato (al 72’) e in 12 minuti, dall’80’ al novantaduesimo, in Nottingham Forest-Manchester United 1-8, Premier League, 6 febbraio 1999. Ieri, l’exploit in “formato 5×9” del Nazionale polacco: “Mi è successa una cosa incredibile, avrei voluto continuare a tirare e segnare: una serata indimenticabile”. D’accordo, tale Panagiotis Pontikos detiene il record mondiale di gol segnati in una partita ufficiale: accadde in Olympos Xylofagou-S.E.K 24-3, terza divisione del campionato cipriota, 7 maggio 2007. E pensare che, dei suoi 16 gol realizzati dal 3’ all’87’ minuto, non ce ne sono 5 a distanza così ravvicinata di 9’: la sequenza delle reti di Pontikos fu infatti 3, 20, 33, 35, 47, 50, 55, 56, 58, 61, 68, 75, 76, 83, 86 e 87.
In Champions League, Lionel Messi ha segnato 5 gol in Barcellona-Bayer Leverkusen 7-1 del 7 marzo 2012, ma dal 25’ all’85esimo minuto. Come il neo-milanista Luiz Adriano, che il 21 ottobre 2014 ha siglato una cinquina in BATE Borisov-Shakhtar Donetsk 0-7 (prima segnatura al 27’, 3 gol in 13 minuti e quinto all’81’). In Serie A, dai 5 gol di Roberto Pruzzo in Roma-Avellino 5-1 (1985/86), solo Miroslav Klose ha saputo bissare in Lazio-Bologna 6-0 del 5 maggio 2013. Prima di loro, Silvio Piola ne segnò 6 in Pro Vercelli-Fiorentina 7-2 del 1933/34) e altrettanti Omar Sivori in Juventus-Inter 9-1 (16 aprile 1961), un match passato alla storia come “La partita fantasma”. In Bundesliga, l’unico ad aver segnato 6 gol in una partita è Dieter Müller in Colonia-Werder Brema 7-2 del 1977/78.
Quali sono invece le vostre “plurimarcature” preferite? Per i nostalgici rossoneri, c’è la quaterna di Marco Van Basten al Göteborg, con tanto di gol in rovesciata, in una fredda notte di Champions League a San Siro (25 novembre 1992). Per i tifosi del Milan un po’ più giovani, il poker è servito da Andriy Shevchenko quasi 13 anni dopo (23 novembre 2005) al Fenerbahçe. Per quelli dell’Inter invece, la rovesciata di Dennis Bergkamp nella tripletta dell’olandese volante al Rapid Bucarest, Coppa Uefa 1993. Ci sono anche Daniel Fonseca, che il 16 settembre 1992 regalò al Napoli una delle più belle serate europee della sua storia siglando 5 gol al Mestalla di Valencia (Coppa Uefa), e Simone Inzaghi autore, il 14 marzo 2000 in Champions League, di 4 gol in Lazio-Marsiglia per varcare una élite di giocatori “non banali” come – oltre ai già citati e illustri Van Basten, Messi e Shevchenko – Dado Prso, Mario Gomez, Van Nistelrooy e Robert Lewandowski.
Sì, proprio lui, Robert Lewandowski, che due anni fa demolì il Real Madrid in semifinale di Champions League con la maglia del Borussia Dortmund. Quella notte, il 24 aprile 2013, il centravanti polacco fece 4 gol al Westfalenstadion: ieri sera anche l’Allianz Arena ha avuto la sua fulgida supernova nel firmamento del cielo di Baviera.