Dalle prime analisi in seguito all’autopsia, la ciclista salese Chiara Pierobon non è morta di embolia polmonare come era sembrato fin dall’inizio. E’ questo il sorprendente responso dell’autopsia effettuata a Monaco di Baviera lo scorso 4 agosto.
La ricostruzione delle compagne di squadra della Fassa Bortolo di Spresiano (Treviso) riporta che la Pierobon avesse avuto due singhiozzi prima di crollare a terra: nonostante l’immediatezza dei soccorsi tedeschi, la ventiduenne sarebbe morta poche ore dopo all’ospedale di Ingolstadt. Saranno necessari altri esami infatti e accertamenti molecolari per capire la… L’equipe del Centro di patologia cardiovascolare diretto dal professore Gaetano Thiene dell’Università di Padova che si occupa anche delle morti bianche e la sua assistente, la dottoressa Cristina Basso che fa parte del Gruppo di ricerca sulle cardiomiopatie aritmiche, nei prossimi giorni si recheranno a Monaco per prelevare il materiale biologico di Chiara, portarlo a Padova ed esaminarlo.
TALENTO PURO – Chiara Pierobon stava per esplodere. La commozione durante il funerale tenutosi a Caselle, il paese dove la giovane ciclista azzurra viveva con la famiglia, è stata tantissima, poiché nessuno voleva accettare questa triste morte, arrivata come un fulmine a ciel sereno, arrivata per spezzare il sogno che aveva Chiara, quello di diventare una campionessa del ciclismo. Adesso l’unica speranza è quella di sapere al più presto cos’ha portato via per sempre Chiara Pierobon.