Emanuela venga lungo l’Isar a Monaco di Baviera

Ieri io e mia figlia eravamo in procinto d’uscire da un locale, proprio nel momento i cui due bei signori brillanti e raffinati, invece di concederci il passaggio e tenerci aperta la vetrata, s’infilavano dentro noncuranti di noi e delle borse che trasportavo. Kein Wunder! Ventun anni in Germania, due gravidanze durante le quali una volta sola un disabile mi ha ceduto il posto a sedere, non mi sfiora più niente, neanche le porte sbattute in faccia. Lo dico sempre ai miei ragazzi: non imitate i vostri connazionali. A casa nostra si tramandano l’altruismo e l’educazione. Mi piacerebbe portare la signora Emanuela (“Emanuela, ingegnere Volkswagen”: «Se cerchi l’auto perfetta, fai la furbata. Poteva succedere pure a me» – http://bit.ly/1X3BH0x ) lungo l’Isar a Monaco di Baviera i lunedí d’estate: non ci sono i fazzoletti, c’è una celebre montagna di monnezza e bottiglie spaccate. E non sono i turchi a grigliare con le casse di Augustiner. Mi viene da sorridere quando leggo certe favole. La “legalità” è che in metropolitana vi è una regola che impone di lasciar uscire prima di entrare, invece al ristorante vietnamita non c’è. La differenza fra questo popolo e il nostro è profonda come le scarpate alpine, ma sta nel carattere, nei geni, nella natura, nella temperatura e nella luce dell’aria, non in una scelta. Dove gli italiani chiacchierano, i tedeschi stanno zitti; dove gli italiani bevono il caffé, i tedeschi lavorano. Un italiano fa carriera in pausa; un tedesco alla scrivania. Qui i film iniziano alle 20:15, la sera si mangia la colazione e si va a dormire presto; non esiste il bidet perché neppure le funzioni intestinali sono lasciate al caso: al mattino ci si scarica, e poi si fa la doccia. A cosa credete servano tante patate nella dieta? Per quale motivo pensate che un bavarese arrivi puntuale in ufficio? Perché mentre corre verso il treno è più leggero di un laziale, e lo prende. Io sono felice qui, per millemila ragioni, e non ho mai desiderato rientrare nel mio Paese. Anche perché il clima sta cambiando (troppe auto) e agosto scorso era cosí rovente che c’erano scarafaggi come in Calabria.

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