Elsa Fornero ha dato una lunga intervista a Linkiesta. Si sente”avvilita e abbattuta”, ma contemporaneamente “ancora determinata nel cercare di contrastare i mulini a vento”.
Sta valutando una proposta che gli viene dal Max Planck Institute di Monaco di Baviera. Sembra quasi decisa a partire, e “da lì ne approfitterò per riflettere”.
Fa anche un minimo di autocritica, sui giovani choosy ad esempio dice che “sono ben consapevole che non hanno strumenti di fronte al precariato”, ed ammette pure di avere delle amarezze a proposito del suo operato come ministro “alcune occasioni sono state mancate, su tutte la capacità di dare il senso della direzione”.
Sulle parole pronunciate “Il lavoro non è un diritto, va conquistato” comparso in un’intervista al Wall Street Journal si spiega così: “Invece di continuare a usare risorse pubbliche per far finta che ci sia ancora quel posto di lavoro e lasciare il lavoratore senza assistenza, è molto meglio riconoscere che quel lavoro non c’è più, e occuparsi di aumentare le probabilità che il lavoratore trovi una nuova occupazione”.
Non credo che ne sentiremo la mancanza, ma ho paura di sbagliarmi…
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