Ecco Mandzukic, presentazione tattica e numeri del nuovo …



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In patria lo chiamano štrajkač, è diventato stürmer fra Wolfsburg e Monaco di Baviera, è stato delantero nel cuore di Madrid ed è pronto per diventare attaccante in quel Torino: ma che centravanti è Mario Mandzukic, nuovo acquisto della Juventus? Facendo una panoramica delle sue caratteristiche fisiche (un metro e ottantasette per ottantaquattro chilogrammi) si potrebbe arrivare alla conclusione affrettata di una prima punta statica, sulla falsariga di Llorente (in tempi più recenti) o del fuoriclasse David Trezeguet, idolo bianconero dei tempi andati. Il paragone più facile sarebbe quello col suo connazionale Alen Boksic, bianconero nel 1997, se non fosse che l’attuale numero 9 della Croazia non possiede né la progressione né tantomeno i mezzi tecnici del connazionale (ad esempio questo gol, segnato contro il Bologna, non rientra certo nei canoni di Mandzukic).

L’avventura di Boksic durò appena un anno, dove diede il meglio di se in Coppa Campioni (sogno infranto in finale contro il Dortmund) segnando quattro reti, mentre in campionato trovò il gol in sole tre occasioni, troppo poche per meritarsi la riconferma in un attacco come quello della Juventus.

ATTACCANTE MODERNO Il profilo di Mandzukic è quello di un attaccante di nuova generazione: la sua forza non sta nello svariare, nel cercare corridoi sofisticati o nel creare superiorità numerica saltando l’uomo. Il croato è un giocatore intelligente tatticamente e straripante fisicamente, uno a cui piace farsi sentire dai difensori e battagliare in mezzo ad essi, ma che sa sacrificarsi per i compagni. Molto spesso infatti, controllando le heat map relative alle sue zone di azione, si vede quanto prediliga (oltre, ça va sans dire, all’area di rigore, suo habitat naturale) allargarsi sulle fasce, creando varchi per i compagni favorendone l’inserimento.

Emblematica è la situazione che ha portato al gol di Schweinsteiger ad Old Trafford contro lo United (qui la cronaca del match): Mandzukic smista un pallone a centrocampo partendo dalla fascia sinistra e, sempre sfruttando il corridoio laterale, si lancia in avanti. Al contempo la palla vola fra i piedi di Robben sull’altra fascia, che scarica per Rafinha: cross del brasiliano proprio per la testa del croato, che serve a centro area l’accorrente numero 31 dei bavaresi (che poi ci mette del suo, battendo De Gea con un missile al volo di sinistro).

La sua abilità nel gioco aereo è in grado esaltare i giocatori bravi negli spazi: è lui uno dei segreti dell’esplosione di Griezmann in questa stagione dell’Atletico Madrid. Basti pensare al gol messo a segno dal francese lo scorso gennaio con il Rayo Vallecano: direttamente dal rilancio del portiere Mandzukic svetta e lancia in profondità il compagno, che si trova a tu per tu col portiere. Molto bravo anche a giocare di prima a dispetto di mezzi tecnici non eccelsi (le sue prime 11 marcature con la maglia dei colchoneros sono arrivate tutte con tocchi di prima intenzione), il suo tallone d’Achille è la velocità.


NUMERI MONSTRE La prolificità, unita ad un buon numero di assist (10 due stagioni fa, 5 in quella appena conclusa), ne fa un attaccante temuto da ogni difesa: da tre stagioni supera quota 20 gol stagionali, con il picco di 26 reti in 48 presenze con maglia del Bayern nella stagione 2013/2014. Anche con la maglia della Nazionale ci ricordiamo bene quanto possa essere letale: il croato è andato in gol contro gli Azzurri sia ad Euro 2012 che nel recente confronto nelle qualificazioni al prossimo Europeo, così come nella vittoria del Bayern Monaco contro la Juventus di Conte allo Stadium nel 2013.

COME NELLA JUVE? La domanda atavica, che chiunque si sta ponendo, è semplice: come inserire questo attaccante nel contesto della Juventus per permettergli di tradurre al meglio le sue capacità sul campo? Partiamo dai compagni che potrebbero beneficiare al massimo delle sue doti: Alvaro Morata ha dimostrato a più riprese di essere devastante negli spazi più che al centro dell’area, e una convivenza col croato potrebbe migliorare ancora il già ampio repertorio del madrileno, così come le sponde per i tiri da fuori molto probabilmente favoriranno l’immenso talento di Paul Pogba. L’altra faccia della medaglia è rappresentata da Stephan Lichtsteiner: se è vero che lo svizzero è uno dei migliori uomini assist dei bianconeri numeri alla mano, è altrettanto vero che in questa stagione, da terzino e non da esterno nel 3-5-2, dovendo tenere più il pallone e inserendosi di meno ha diminuito di molto la sua efficacia in quanto a palloni messi in area. E a pagare questa sua involuzione è stato anche Fernando Llorente, uno che la scorsa stagione ha beneficiato a più riprese dei cross dell’esterno elvetico.

Sui calci da fermo (angoli e punizioni laterali) con la probabile partenza di Pirlo potrebbe crearsi un deficit nella rosa bianconera: il sostituto del bresciano quest’anno è stato Claudio Marchisio, ma anche Dybala al Palermo ha dimostrato di sapersi disimpegnare bene nel ruolo. Per quanto riguarda il modulo sono molte le voci che si rincorrono dalle parti di Vinovo: si dovrebbe comunque iniziare con il 4-3-1-2, certezza di quest’anno.

JUVENTUS (4-3-1-2) Buffon; Evra, Chiellini, Bonucci, Lichtsteiner; Pogba, Khedira, Marchisio; Vidal; Mandzukic, Morata.

Questo per favorire l’inserimento di Dybala e per permettere all’argentino di calarsi nel ruolo un po’ alla volta, come fatto da Morata quest’anno: la convivenza di Dybala con i due attaccanti della rosa bianconera non è però impossibile, e passerà probabilmente attraverso un cambio di modulo nel caso l’argentino mantenga le enormi aspettative riposte in lui.

JUVENTUS (4-3-2-1) Buffon; Evra, Chiellini, Bonucci, Lichtsteiner; Pogba, Marchisio, Vidal; Morata, Dybala; Mandzukic.

Questa soluzione permetterebbe inoltre l’inserimento in rosa di Domenico Berardi, un prospetto su cui Allegri sembra puntare molto seriamente e che vuole assolutamente in ritiro per valutarlo personalmente. Senza contare, ovviamente, l’arrivo di quel trequartista che da molto aleggia in quel di Torino.

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