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L’onnipotente Bernie Ecclestone a processo a fine aprile. Due i capi d’accusa formulati dalla Procura di Monaco di Baviera: corruzione e istigazione alla frode fiscale, rischia fino a 10 anni di carcere. La conferma l’ha data un portavoce del Tribunale tedesco.
Lui, 83 anni, tre mogli, due figlie, si è dimesso dalla Fom, la società che fondò nel 1981 e che detiene tutti i diritti commerciali e televisivi della F1 fino al 2110 (avete capito bene), società con cui ha trasformato questo sport in una ricchissima macchina da guerra, quella da cui partono i tentacoli del suo immenso potere. Peccato che sia un addio di facciata. Molta forma, poca sostanza. Nella nota diffusa dalla Delta Topco Ltd, società controllata dal fondo Cvc si legge: «Dopo i colloqui con il board, Ecclestone ha proposto di fare un passo indietro immediato in qualità di direttore e non ricoprirà l’incarico fino a quando il caso non verrà chiarito. Il Board è d’accordo». Ma la verità è nella parte successiva: «Ecclestone continuerà a essere operativo e a gestire gli affari su base giornaliera anche se l’approvazione e la firma di contratti significativi e altri accordi saranno responsabilità del presidente, Peter Brabeck-Letmathe, e del vice, Donald Mackenzie». Un passo indietro e uno avanti: resta il grande burattinaio nonostante il maggior controllo da parte di due amici di vecchia data. Tutto da verificare. E verrebbe anche da dire che si tratta di un controllo tardivo o più semplicemente di un escamotage per non far pagare alla società le conseguenze di una condanna. Condanna che appare probabile perché l’accusa qualche mese fa lo ha sentito in qualità di teste e non deve esser stato convincente se alla fine è stato rinviato a giudizio per una presunta tangente. O meglio una maxi bustarella.
La vicenda risale a otto anni fa: l’ex presidente della banca tedesca Bayern Lb, Gerhard Gribkowsky, a sua volta condannato a 8 anni e mezzo per corruzione ed evasione fiscale nel processo a suo carico, sostiene di aver pagato a big Bernie 44 milioni di dollari affinché svendesse al fondo d’investimento Cvc (di Ecclestone appunto) le partecipazioni della banca nel Circus con i relativi diritti televisivi. Il magnate ha sempre respinto le accuse e ripetuto che sarebbe riuscito a provare la sua estraneità ai fatti. Ma la Procura ha tirato dritto, forte dei riscontri e soprattutto di ben 39 testimoni. Tra questi l’ex presidente della Daimler, Jürgen Hubbert, e l’ex ministro delle finanze della Baviera, Faltlhauser. Gli avvocati di Ecclestone, Sven Thomas e Norbert Sharf, annunciano battaglia: «Non ha fatto nulla, le accuse sono false. Il fatto che sia stata accolta la denuncia non prova nulla. La presunta corruzione non c’è stata». Ma è anche vero che in questi mesi hanno insistito, invano, per risolvere la faccenda con una mediazione extragiudiziale. Presto si capirà se Bernie è davvero giunto al capolinea e i team gli daranno scacco matto o se ancora una volta resterà in sella. Intanto Ron Dennis torna a essere il ceo della McLaren con effetto immediato. Un preludio al prevedibile addio di Whitmarsh.
In pista, la Pirelli ha raggiunto un nuovo accordo con la Fia: sarà il fornitore ufficiale della F1 per i prossimi 3 anni. Dopo le polemiche dell’anno passato, l’azienda milanese ha pure ottenuto maggior collaborazione da parte dei team. A proposito di squadre, la Red Bull presenterà la nuova monoposto solo 20 minuti prima dell’inizio dei test sul tracciato spagnolo di Jerez il 28 gennaio. Niente show per la regina della F1, condividerà la scena con Mercedes e Caterham, mentre ieri la Lotus ha superato i crash test.
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