È dalla fine della guerra che del Mein Kampf di Adolf Hitler è stata vietata ogni pubblicazione. Al termine del conflitto, milioni di copie del libro vennero distrutte e i diritti d’autore di tutte le edizioni (ma non di quelle olandesi e inglesi) vennero acquistati dalla Baviera. Quest’anno ricorrono i settant’anni dalla morte dell’autore e i diritti saranno di pubblico dominio. In realtà, c’è anche un pronipote di Hitler che potrebbe avanzare pretese su tali diritti, ma l’uomo ha affermato di non voler avere nulla a che fare con il libro e con il suo terribile contenuto. Comunque, la notizia è che la Baviera è entrata in possesso dei diritti del libro e l’Istituto di Storia Contemporanea si appresta a pubblicare una nuova edizione del volume, arricchito di un ricco apparato critico e annotazioni, oltre che finanziato con i soldi pubblici.
Chi sostiene la pubblicazione del testo insiste sulla sua importanza storica, mentre c’è chi – soprattutto alcuni sopravvissuti all’Olocausto – si sente addirittura oltraggiato dall’episodio. C’è da dire che, pur essendo vietato in Germania, il Mein Kampf è reperibile online e ne esistono diverse copie in molti paesi (tra cui l’Italia).
Concepito come un’opera di “filosofia politica”, il Mein Kampf contiene e approfondisce alcuni noti punti della politica del Fürer: in particolare, Hitler rivela tutto il suo odio per il comunismo e l’ebraismo e la necessità di una pura razza ariana. Hitler si dipinge come Übermensch, ovvero il super-uomo di Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche, mentre l’intero libro è fortemente influenzato dalle teorie dell’evoluzione di Ernst Haeckel.
La nuova edizione del Mein Kampf è prevista per l’inizio del 2016.