Doping, report Wada accusa la Iaaf

Nel rapporto sono messi sotto analisi in 15 anni del regno di Lamine Diack, il patriarca senegalese che ha guidato l’IAAF sino all’agosto scorso: “L’IAAF non si è mostrata sufficientemente ferma nei confronti di un certo numero di paesi, fra cui la Russia”. Lo ha affermato il membro della Wada Richard McLaren illustrando a Monaco di Baviera il secondo report sul doping.

“Le informazioni sono piuttostochiare e dimostrano che la corruzione partiva dal vertice dellaIaaf, dal presidente Lamine Diack“.

MONACO – La commissione indipendente dell’AMA – L’agenzia mondiale antidoping – ha gettato pesanti accuse sula Federazione internazionale d’atletica (IAAF) nella seconda parte del suo rapporto sul doping e sulla corruzione nell’atletica; rapporto pubblicato mercoledì a Monaco. Anche se i casi di doping hanno comunque avuto le sanzioni adeguate, riconosco che la Iaaf ha ancora davanti a se’ un lungo lavoro per ritrovare la fiducia degli appassionati. Se la prima parte del rapporto portava allo scoperto il caso Russia, nella seconda si evidenzia come la corruzione fosse parte integrante della Iaaf: “si potrebbe dire che c’è stata una corruzione criminale”, è scritto. Parla, Poud, di transazioni di denaro non autorizzate facendo un paragone con quello che accadeva, e senza che i responsabili – è sempre il suo paragone – della banca sapessero o avessero dato il loro permesso. A suo avviso, però, il Consiglio della Iaaf non poteva non essere a conoscenza della situazione.

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