Ultime suggestioni dalla Germania.
ULM (GERMANIA) – A Parigi s’è riunito il mondo per discutere il futuro del clima. Non è uno scherzo questa ventunesima Conferenza Onu: in gioco c’è la sopravvivenza dell’uomo, il benessere delle prossime generazioni. La mia settimana d’inverno teutonico suggerisce qualche riflessione; pensierini surgelati tra una tazza e l’altra di vin brûlé.
Germania, locomotiva d’Europa. Vale anche per l’economia verde. In Baviera ho visto un impianto fotovoltaico sul tetto di ogni stalla; distese di pannelli solari a terra, parchi eolici sulle colline. Così Angela Merkel ha un piano di transizione energetica, chiamato Energiewende. In soldoni, si tratta di ridurre progressivamente l’apporto dei combustibili fossili e incrementare la produzione di elettricità e calore con le fonti rinnovabili. E anche di spegnere tutti i reattori nucleari entro il 2022.
È il Paese con più installazioni fotovoltaiche del nostro continente (anche se certo non è il più soleggiato). Sta investendo nelle tecnologie pulite all’avanguardia, come mega centrali eoliche in mare. Tuttavia, quasi metà dell’energia elettrica generata in Germania continua a provenire dall’obsoleto e inquinante carbone, oltre che dalla sporchissima lignite. Gli incentivi elargiti ai gestori dei nuovi impianti green ammontano a svariati miliardi di euro l’anno, scaricati sulle bollette pagate dagli utenti domestici.
L’auto a zero emissioni è un altro cavallo di battaglia della Germania ecologista. Il piano, in questo caso, è mettere in strada almeno un milione di veicoli elettrici nei prossimi anni, creando anche una rete di colonnine per ricaricare le batterie nelle stazioni di servizio. Però a giudicare da come guida il tedesco medio, c’è da dubitare che l’ecologia sia in cima ai pensieri dell’automobilista. Laddove le strade sono senza limiti di velocità, cioè quasi dappertutto, i tedeschi schiacciano sull’acceleratore. A me pare che l’interesse primario risieda nei cavalli del motore. Difatti, sotto i cofani delle germaniche vetture albergavano centraline truccate.
Ho visto ciclisti bardati arrancare su stradine di campagna; macchine sfrecciare, pedoni rispettosissimi dei semafori rossi, anche quando non c’era alcun volante all’orizzonte. Ciminiere fumanti e paesaggi da cartolina. La magia del Natale, persone che si chiedevano quale fosse la palla più colorata per il proprio albero, o il presepe più finemente intagliato da esporre in salotto. In un simile incanto, però, non riesco a nascondere le contraddizioni e le menzogne che prosperano anche nella verde, civile e organizzata Germania. Mi auguro che a Parigi la locomotiva d’Europa saprà trainare il maggior numero possibile di Paesi. Che il consesso delle Nazioni riuscirà finalmente a concordare un taglio netto delle emissioni climalteranti. Sarebbe un bellissimo regalo anticipato di Natale. L’unico ad avere un senso per un Pianeta malato (e per il suo distratto e disincantato abitante).