Dieselgate, dalle batterie ultracariche alle prove in discesa: tutti i …

Wolfsburg, 24 settembre 2015 – Volkswagen truccava i test sulle emissioni in Usa e forse anche in Europa. Pare ormai assodato, ci sono accuse e ammissioni e nel mirino c’è un software che avrebbe ‘aIutato’ ad abbassare i valori. Ora nello scandalo Dieselgate spunta anche il nome di Bmw, ma l’azienda di Monaco di Baviera nega ogni coinvolgimento. Ma non servono software complicati o trucchi mirabolanti. Secondo il quotidiano britannico Guardian, ci sarebbero diversi modi, anche piuttosto semplici, per eludere i controlli. Dalle batterie caricate al massimo alle misurazioni effettuate in discesa: sono diverse le “scappatoie” che le case automobilistiche hanno potuto sfruttare per superare i test più facilmente. E Germania, Gran Bretagna e Francia – specialmente quest’ultima particolarmente “zelante” nel reclamare indagini su scala europea sullo scandalo delle emissioni alterate a Volkswagen – dietro le quinte hanno manovrato affinché queste lacune restino anche nei nuovi tipi di test che l’Ue si appresta ad adottare. Il Guardian citaalcuni centri studi che puntano il dito contro “l’ipocrisia” di questi Paesi.

IL RETROSCENA  – Secondo le ricostruzioni del quotidiano, che cita scambi di documenti con la Commissione europea, i tre Stati si sono adoperati affinché le lacune presenti nei vecchi sistemi di test chiamati Nedc (risalenti agli anni ’70 del secolo scorso) rimanessero tali quali nei nuovi sistemi, chiamati Wltp (World Light Vehicle Test Procedure) che dovrebbero entrare in vigore dal 2017.  

I TRUCCHI – Si tratta di vari escamotage, come la possibilità di caricare al massimo la batteria del veicolo prima di effettuare il test, in modo che l’alternatore resti disattivo e il propulsore possa spingere “meno” durante la simulazione. Oppure della prova di carico, effettuata con 100 kilogrammi supplementari sul veicolo a cui le case si sono adattate ottimizzando le performance proprio su quel peso aggiuntivo. O perfino la richiesta, che sarebbe arrivata dalla Germania, di effettuare i test “in discesa”.

TEST AGGIRATI – Insomma una serie di trucchi che secondo i consulenti citati dal Guardian consentirebbero di far sembrare le emissioni di CO2 del 20 per cento più basse, durante i test, rispetto a quelle effettive di un utilizzo reale. Secondo il Guardian ci sarebbe quindi una lobby che da una parte preme, via ufficiale, per un’indagine rigorosa sui gas di scarico. Dall’altra invece, lavora dietro le quinte perché l’Ue lasci inalterate le “scappatoie” presenti. La Commisione ambiente è in pressing perché i nuovi test siano a prova di trucchi. Il braccio di ferro è in corso, a breve si saprà chi l’ha vinto.

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