Domenico Lorusso
Potenza. “Con la sua morte” Domenico Lorusso, l’ingegnere potentino ucciso la sera del 28 maggio scorso a Monaco di Baviera , “ci ha voluto dire che la dignità della donna va sempre rispettata: se lui fosse qui ci inviterebbe al perdono”. Sono stati questi due dei passaggi più toccanti dell’omelia di don Angelo durante i funerali a cui hanno partecipato centinaia di persone e che sono stati celebrati dall’arcivescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo, nella chiesa di San Giovanni Bosco. A Monaco di Baviera – dove lavorava da un paio di anni – Lorusso è stato accoltellato in un parco da un uomo ancora ricercato dalla polizia tedesca e che in precedenza aveva sputato alla sua fidanzata. Stamani, la salma è tornata a Potenza, prima nella casa della sua famiglia e poi nella parrocchia di San Giovanni Bosco, dove, per alcune ore prima dei funerali, è stata allestita la camera ardente. Durante la celebrazione – a cui hanno partecipato, tra gli altri, il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, e il sindaco del capoluogo lucano, Vito Santarsiero – don Angelo, “con il cuore ferito”, ha ricordato la vita “non vana di ‘Domenichino’, perché piena della sapienza di Dio fin dall’adolescenza”. Cresciuto nell’oratorio del rione Risorgimento di Potenza, Lorusso “ha vissuto legato al Vangelo e – ha aggiunto don Angelo – la sua vita mi ha sempre parlato di Paradiso”. La famiglia Lorusso ha chiesto di devolvere le offerte a un centro di assistenza del Madagascar dove Domenico ha svolto opera di volontariato. Monsignor Superbo – che ha tenuto la prima parte dell’omelia prima di lasciare la parola a don Angelo – ha evidenziato che “non ci si può mai rassegnare alla morte violenta di un giovane” e che il “Signore piange con noi, ma è pronto ad asciugare le lacrime per far rifiorire la giovinezza di Domenico”. Al termine della celebrazione, sono stati letti due scritti di Lorusso (un inno all’oratorio e una lettera al nipotino Vito) che sono stati applauditi a lungo. (ANSA).
E’ il giorno del dolore, dell’abbraccio collettivo ad un figlio del sud realizzato all’estero che volentieri tornava nella sua città, questa volta per l’addio straziante di parenti ed amici.
Era la sera dello scorso 28 maggio: Mimmo (com’era conosciuto) rincasava lungo il fiume Iser con la fidanzata quando qualcuno ha rivolto uno sputo al passaggio dei due. Ad essere colpita è la sua Gilda. Il gesto lo coglie di sorpresa e garbatamente si avvicina per chiedere spiegazioni. La risposta è una coltellata fatale al cuore. Bastano pochi attimi, senza avere il tempo di potersi difendere. La caduta al suolo, qualcuno chiama i soccorsi, poi i tentativi di rianimazione in ospedale dove però non c’è più nulla da fare.
Una morte che ha scosso due centri tranquilli e così distanti, Monaco di Baviera e Potenza, uniti nello sconcerto e che adesso esigono giustizia.
All’arrivo della bara in Italia, la folla, commossa, si è riunita per una veglia di preghiera e poi reso omaggio presso la camera ardente allestita nella chiesa di San Giovanni Bosco, nel rione in cui il giovane è cresciuto e si è distinto come animatore nei salesiani, prima di partire all’estero dove ha scelto di restare. Alle 16 poi un fiume di persone, nonostante il forte dolore, ha assistito composto alla messa, continuando a chiedersi perché! Un punto di domanda, questo, come quello così semplice rivolto per strada a quello sconosciuto. Incrociato per caso e che ha cambiato per sempre il destino di Mimmo, cresciuto in fretta dopo aver perso il padre a soli 12 anni.
Sul fronte dell’inchiesta, in queste ore le autorità tedesche continuano la caccia all’assassino, aiutati anche dal test del DNA ricavato dalla saliva. L’Identikit è scarno: 35 anni, corporatura e altezza media, una borsa a tracolla. Inoltre, mentre si cercano dei dettagli attraverso le immagini delle telecamere di sicurezza della zona, dalle poche testimonianze, emerge con chiarezza come l’autore si sia allontanato con disinvoltura, sgombrando così il campo dalle ipotesi affrettate di gesto folle o sotto l’effetto di sostanze.
Nicola Basile
