Caccia al tesoro del Terzo Reich nel cuore della Baviera

Il «gulasch di cervo» del titolo è il piatto dei sogni dell’improbabile terzetto di protagonisti di questo giallo «on the road» tedesco, firmato da Lisa Graff-Riemann e Ottmar Neuburger: sono tre ucraini cinici e stropicciati, come chi è sopravvissuto al peggio e non si aspetta niente dalla vita. C’è Victor, eroico pilota di elicotteri, che ha collaborato a spegnere la centrale di Cernobil («la battaglia contro l’inferno per salvare l’Europa»), ha perso la moglie contagiata dalle radiazioni, è stato licenziato («cento rubli per la sua impresa eroica e un calcio in culo») e vive di espedienti, con l’unico scopo di tenere fuori dai pericoli il figlio adolescente. C’è la giovane e irriverente blogger Ljuba, scacchista geniale e motociclista solitaria, che ha visto morire il grande amore, un uomo sposato più vecchio di lei, e ha trovato una famiglia adottiva in due anziani abitanti della «Zona», come si chiama tutta la regione contaminata dal disastro nucleare. C’è, infine, Marjiana, frustrata ricercatrice di Storia alla retorica «Fondazione per il Dialogo e la Riconciliazione di Kyiv», figlia di un’atleta olimpica morta per doping e dipendente da superalcolici e sigarette.  

 

Durante le sue scorribande nella Zona, Ljuba è entrata in modo fortunoso in possesso della mappa del tesoro disegnata da un ucraino ex deportato dai nazisti ai lavori forzati, che porta all’oro perduto nascosto da Hitler nelle Alpi Bavaresi alla caduta del Terzo Reich. La ragazza decide, con l’incoscienza di chi non ha più nulla da perdere, di andare a prenderselo, con la collaborazione di Victor e Marjiana. «Trovare un tesoro, la giusta ricompensa» per chi come loro ha un conto aperto con la vita. I tre intraprendono così un viaggio nel tempo e nello spazio, partendo dalle macerie della loro terra, anch’essa una sopravvissuta «all’epoca degli zar, alla Prima Guerra Mondiale, alla Rivoluzione d’ottobre, al Terrore stalinista, alla Grande guerra patriottica, a Kruscev, Breznev, Andropov, Gorbaciov, persino alla fine dell’Urss, alla riunificazione della Germania e alla Rivoluzione Arancione»: punto d’arrivo la bellezza mozzafiato delle Alpi, paradiso glamour dei turisti , tra gastronomia e centri wellness, sotto cui si cela il ricordo crudele del nazismo.
 


 

Alle calcagna il terzetto ha l’immancabile boss della mafia russa, Juri, che li coinvolge loro malgrado nello spaccio di denaro falso; il suo killer spietato Vladimir, figlio illegittimo di Juri Gagarin e atleta olimpico mancato; l’intermediario tedesco per i traffici di banconote Karl Friedrich von Reichenberg, di antica famiglia nobile, la guancia sfregiata da un duello studentesco. Dalla parte dei buoni c’è la bionda e atletica Leni (Magdalena) Morgenroth – commissario capo della polizia di Traunstein, appassionata di alpinismo, il cui figlio diciottenne è andato a scalare montagne in Australia.  

 

«Volevamo far conoscere la realtà tedesca nella sua veste letteraria e creativa – spiegava l’editore Hejo Emons, presentando la collana “Gialli tedeschi” -. I gialli riescono a entrare in modo capillare nelle pieghe della società, la dissodano, ne mostrano i difetti. Gli autori di gialli sono i sismografi dei mali della loro epoca». Qui la miscela dei mali più nefasti del secolo appena trascorso, condita da protagonisti così apparentemente malassortiti, è a sorpresa gustosa e speziata, proprio come un gulasch, tanto che il terzetto ucraino e Leni saranno protagonisti di un sequel. Il titolo, va da sé, promette una nuova ricetta esclusiva: ragù di renna. 

 

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