Come si costruisce una grande squadra? Soldi, soldi, soldi?
No, non bastano. O almeno, non per arrivare in cima alla vetta. Ci vuole organizzazione, preparazione, ordine, puntualità. Sì, è consolidato, parole dette e ridette in ogni editoriale. Aggiungiamoci pure la lungimiranza e abbiamo fatto l’en plein. Ma è un dato di fatto che per toccare il cielo bisogna adattarsi a certi standard e fare di queste parole, un po’ impolverate nel nostro calcio, un vero e proprio must. Il Bayern Monaco l’ha fatto, da tempo, e la notizia uscita in questi giorni dell’estinzione del mutuo sullo stadio con 16 anni di anticipo è l’ennesima dimostrazione di come a Monaco di Baviera, in una dirigenza organizzata, le cose si progettino e svolgano come Dio comanda.
È il 30 maggio 2005. I biancorossi di Germania hanno appena terminato la costruzione della loro nuova casa ed in questa giornata fine primaverile inaugurano l’inizio di un progetto di sicuro profitto. Lo stadio di proprietà, infatti, porterà ingenti quantità di entrate nelle casse dei bavaresi, che per pagarsi l’edificazione dell’impianto si affidano al prestito del gruppo assicurativo Allianz, stabilendo un mutuo di 346 milioni da pagare in 25 anni.
Bene, da quel 2005 in poi la dirigenza tedesca comincia ad immagazzinare un fatturato che incrementa sempre più negli anni, fino a raggiungere la cifra record di 528 milioni. Dopo soli 9 anni da quel momento dunque, e con un incasso che cresce a dismisura anche grazie ai successi internazionali e di merchandising, il Bayern riesce a pagare il mutuo con l’Allianz e a liberarsi di un peso economico non indifferente, ottenendo la possibilità di concentrare le proprie risorse negli interessi e gli affari della società.
Dalle parole del presidente Rummenigge, infatti, emerge la volontà di spendere le cifre guadagnate con lo stadio esclusivamente nel mercato, per poter offrire all’allenatore Guardiola il non plus ultra dei giocatori in attività.
Ciò che ha agevolato la società in questa straordinaria vicenda è stato l’acquisto da parte di Allianz di una quota della società, l’8,33%, pagato a fior di quattrini 110 milioni. E chiaramente determinanti si sono rivelate anche le entrate derivate dalle altre compartecipazioni in società, come quella dell’Adidas (abbassata comunque al 9,09%) e dell’Audi (8,33%). Ma ad una dirigenza in grado di estinguere il proprio mutuo con 16 anni di anticipo, si possono solo che fare i complimenti. E guardare con ammirazione dinanzi ad una situazione interna più che disastrata. Sempre i soliti tedeschi.