Inizierà alla Wolkswagen Arena venerdì 31 luglio la stagione ufficiale del Bayern Monaco di Pep Guardiola. La Supercoppa di Germania contro il Wolfsburg sarà l’occasione per i bavaresi di riconquistare un trofeo che manca in bacheca dal 2012, e sfuggito negli ultimi due anni contro i rivali del Borussia Dortmund di Jurgen Klopp. Dopo la prima uscita ufficiale stagionale, i campioni di Germania prenderanno parte all’Audi Cup, in programma a Monaco di Baviera il 4 e il 5 agosto insieme a Milan, Real Madrid e Tottenham, prima di cominciare la difesa del titolo in Bundesliga a partire dal week-end di Ferragosto.
Il precampionato del Bayern è stato brillante, con vittorie di prestigio contro avversari blasonati, ma non è riuscito ancora a far dimenticare in Baviera il tormentato finale di stagione 2015. La sconfitta in semifinale di Champions’ League contro il Barcellona e quella in Coppa di Germania contro il Dortmund hanno alimentato ulteriori polemiche sulla compatibilità tra Guardiola e il calcio tedesco. Il diretto interessato ha sempre smentito le voci che lo volevano in partenza, anche se negli ultimi giorni i tabloid inglesi hanno rilanciato l’ipotesi di un Guardiola al Manchester City dal 2016 in poi. Rumors estivi che confermano quanto sinora il rapporto tra Pep e parte della dirigenza bavarese non sia mai decollato. Difeso da Kalle Rummenigge, il tecnico è stato più volte attaccato da Kaiser Franz Beckenbauer, presidente del club e monumento del calcio tedesco. Troppo sofisticato il gioco del nuovo Bayern per le abitudini della casa, troppi anche gli estremismi tipici del guardiolismo per un calcio che ha sempre fatto del pragmatismo il suo punto di forza.
Il trionfo del Barcellona nell’ultima edizione della Champions’ League ha riportato in auge la discussione sull’efficacia o meno del modello del tiki-taka. Per quanto paradossale possa sembrare, i principi di quel sistema di gioco sono stati applicati molto più da Guardiola al Bayern che non da Luis Enrique al Barça. Lucho ha “normalizzato” il gioco dei blaugrana, rendendolo meno legato al pressing feroce attuato per l’immediata riconquista della palla, allungando parecchio la squadra per avere più campo aperto con Messi, Neymar e Suarez. Oggi è il Bayern Monaco ad essere il vero erede del Barcellona 2009-2012: pressione asfissiante e collettiva sull’uscita della palla dalla metà campo avversaria, gioco perimetrale rigorosamente a filo d’erba e a due tocchi, passaggi brevi e veloci, poche verticalizzazioni, le caratteristiche dei bavaresi nelle ultime due stagioni.
Guardiola non ha rinunciato alle sue idee approdando in Baviera, ottenendo buoni risultati macchiati tuttavia dalle due semifinali perse malamente in Champions’ League. La prossima stagione definirà meglio i contorni dell’avventura del catalano al Bayern: data per scontata la vittoria del titolo nazionale, l’obiettivo è ancora una volta quello di arrivare in finale di Champions’. Per centrarlo il club ha acquisito tra gli altri Arturo Vidal e Douglas Costa, cedendo invece Bastian Schweinsteiger al Manchester United. Interessante verificare quale sarà la posizione del cileno nel nuovo Bayern Monaco: difficile vederlo nel ruolo di uno dei due centrocampisti davanti alla difesa insieme a Xabi Alonso o Javi Martinez, più probabile un suo avanzamento di qualche metro. D’altronde il trasformismo è stata negli ultimi anni una prerogativa di Guardiola, portando a centrocampo un terzino pure come Lahm e utilizzando Alaba da interno nel reparto centrale. Proprio il ritorno dell’austriaco a pieno regime potrebbe rappresentare la novità più gradita dai tifosi bavaresi, che lo vorrebbero vedere però nel ruolo di esterno sinistro di difesa.
Attualmente la formazione tipo del Bayern potrebbe essere quella con Neuer in porta, Rafinha (o appunto Lahm) e Alaba (o Bernat) terzini, il duo Boateng-Benatia centrali di difesa, mentre a centrocampo Xabi Alonso, Javi Martinez e Vidal dovrebbero lottare per due maglie da titolare. Il recupero di Robben e Ribery garantirà invece un’efficacia sugli esterni mancata nel momento topico della scorsa stagione, con Thomas Muller alle spalle di Robert Lewandowski. Restano sullo sfondo le figure di Douglas Costa, ala destra provienente dallo Shakthar, e di Mario Gotze, in aperto contrasto con il suo allenatore e non certo della sua permanenza in Baviera. Tra incertezze tecniche e dubbi sulla formazione titolare, ciò che appare certo è che l’avventura di Guardiola a Monaco terminerà il prossimo giugno. Ma lasciare con una Champions’ League vinta darebbe una connotazione molto diversa al triennio del tecnico catalano alla guida del Bayern.