Umbero Martini, presidente generale del CAI (Club Alpino Italiano) ha riservato parole di grande elogio al lavoro dei 109 tecnici del CNSAS, struttura operativa del CAI che si occupa di protezione civile.

I volontari del CNSAS organizzati su più turni di lavoro, hanno lavorato giorni per raggiungere e soccorrere  Johann Westhauser. Lo speleologo 52enne di Stoccarda era rimasto ferito gravemente l’8 giugno scorso, dopo essere stato investito da una gragniuola di massi e sassi a 980 m di profondità nella più grande grotta della Germania, la Riesending-Schachthöhle, in alta Baviera.

I membri dell’equipe della Commissione Medica del CNSAS sono stati i primi a raggiungere ed a medicalizzare il ferito ed a seguirlo per tutto il percorso di evacuazione fino a pochi metri dall’uscita. Un contributo determinante alla sua sopravvivenza, come quello dato da tutti i tecnici coinvolti nelle operazioni di soccorso.

Le operazioni sono terminate grazie all’impegno congiunto dei tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), Sezione nazionale del CAI, e dei servizi di soccorso speleologico austriaco, svizzero, tedesco e croato.

Ha dichiarato Martini: «Il nostro CNSAS ha assicurato un supporto importante in termini di uomini e mezzi e ha dato una grandissima risposta alla richiesta di aiuto che è arrivata dalla Germania. Per recuperare lo speleologo tedesco è stata fondamentale la collaborazione tra team di soccorritori di nazionalità diverse, provenienti da diversi Paesi dell’arco alpino. Ciò dimostra ancora una volta come le montagne siano cerniere e non barriere».