Baviera, paura dei migranti

La guerra ai poveri che la destra tedesca voleva dichiarare contro gli immigranti bulgari e rumeni non ci sarà. Secondo notizie riferite dai media della Repubblica federale e che trovano conferma a Bruxelles, la Commissione europea starebbe per raccomandare alla Corte di Giustizia di Lussemburgo di considerare illegittima l’esclusione degli immigrati in Germania da altri Paesi europei (e quindi anche di bulgari e rumeni) dal beneficio del sussidio di disoccupazione.
Tutti i cittadini dell’Unione hanno in Germania gli stessi diritti dei cittadini tedeschi: il principio è semplice ma c’è da pensare che la sua applicazione verrà contestata soprattutto in Baviera, il Land governato dalla Csu, i cui esponenti, a cominciare dal Ministerpräsident e capo del partito Horst Seehofer, stanno facendo da settimane campagna contro la (presunta) ondata di «Armutszuwanderer», immigrati per ragioni di povertà, che si preparerebbe a travolgere la Germania ora che, con l’inizio del 2014, sono cadute le restrizioni sui permessi di soggiorno e di lavoro che esistevano nei confronti dei due Paesi balcanici dalla loro adesione all’Unione nel 2007. Secondo i promotori di questa campagna molti cittadini bulgari e rumeni starebbero per trasferirsi nella Repubblica federale non per cercare lavoro, ma solo allo scopo di usufruire dei vantaggi del welfare tedesco. Anche in Gran Bretagna esistono paure e perplessità in merito all’eliminazione delle restrizioni e qualche tempo fa se ne è fatto interprete persino il capo del governo David Cameron, la cui annunciata intenzione di chiedere una moratoria a Bruxelles non ha però alcuna chance di essere accolta. I cristiano-sociali tedeschi chiedono anch’essi uno stop e hanno fatto affiggere sui muri delle città bavaresi un manifesto particolarmente diffamatorio – «Chi imbroglia (cioè: chi approfitta indebitamente dei sussidi) vola via» – che accusa implicitamente di truffa gli immigrati e ha suscitato le critiche severe degli altri partiti, compresa parte della Cdu della cancelliera Merkel, dei sindacati e delle chiese.
La campagna riflette un’evidente intenzione di far leva sulle paure e le pulsioni xenofobe di parte dell’opinione pubblica in vista della prossima campagna per le elezioni europee di maggio, ma c’è da dire che potrebbe fondarsi su un calcolo sbagliato. Secondo un sondaggio condotto nei giorni scorsi dalla tv pubblica Ard risulta, infatti, che una solida maggioranza di tedeschi, oltre il 70%, è favorevole all’immigrazione in Germania di lavoratori stranieri considerando che l’economia del paese ne ha bisogno.
Un orientamento che peraltro corrisponde a quello del governo federale, che da qualche tempo ha messo in opera misure volte a favorire l’immigrazione di forza lavoro qualificata, specialmente composta da giovani e proveniente dai paesi che, come la Spagna, la Grecia e l’Italia, sono afflitti da un tasso molto alto di disoccupazione giovanile. Sempre secondo lo stesso sondaggio, la maggioranza degli intervistati ritiene che gli arrivi nel paese debbano essere condizionati alla volontà di cercare lavoro, ma a coloro che arrivano con quella intenzione è giusto che vangano garantiti tutti i diritti che competono ai lavoratori tedeschi, compreso quello di avere sussidi in caso di temporanea disoccupazione.
È una questione che riguarda, oltre ai bulgari e ai rumeni, anche i nostri connazionali. L’orientamento dell’opinione pubblica favorevole all’immigrazione è motivato anche da un certo ottimismo che, dopo la formazione del governo di grosse Koalition, pare essersi diffuso sull’andamento economico del paese. Archiviato il debole rallentamento del tasso di crescita registrato nel terzo trimestre dell’anno scorso, le previsioni degli istituti economici per il primo trimestre 2014 sono ottime, facendo presagire una nuova ripresa del Pil che – e questa è una novità importante – non si fonderebbe tanto su una crescita delle esportazioni, che sono il maggior fattore di sbilanciamento nei confronti degli altri paesi dell’Eurozona, ma in un significativo effetto trainante della domanda interna.
Il caso che avrebbe sollevato l’interesse della Commissione europea per la legislazione tedesca in fatto di sussidi ai cittadini comunitari è il ricorso alla Corte di Giustizia presentato da una rumena ventiquattrenne, che vive con un figlio a Lipsia ospite della sorella e ha chiesto al Jobcenter della città di ottenere il sussidio “Hartz IV” previsto dalla legge per chi è momentaneamente disoccupato anche se non sta attivamente cercando lavoro. Si tratta di un beneficio, di modesta entità, che viene riconosciuto senza problemi ai disoccupati tedeschi ma che finora non veniva erogato agli stranieri. Al rifiuto del Jobcenter, la ragazza ha proposto un ricorso alla Corte di Lussemburgo, che ora dovrà dirimere la vertenza tenendo conto del parere della Commissione che, come s’è detto, riterrebbe la discriminazione contraria al diritto comune europeo.

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