Pubblichiamo ancora un ricordo di Riccardo Coppo che ci inviato l’amico ed ex assessore Carlo Baviera: “Non si può passare sotto silenzio, anche se è difficile aggiungere argomenti ai tanti già pubblicati, quella che è stata una presenza preziosa, importante, nel panorama politico e sociale, non solo monferrino ma anche provinciale, di un protagonista della vita pubblica ed espressione autentica del cosiddetto cattolicesimo democratico”.
“Quella dell’amico Riccardo Coppo è una grande perdita per la città di Casale Monferrato, per l’intero territorio comprensoriale e per la Provincia: una perdita per la sua coerenza, la sua competenza, la sua affabilità, il suo coraggio. Riccardo era un uomo che ha saputo testimoniare la sua fede, oltre che in famiglia e nella scuola, soprattutto nell’impegno pubblico. Per una quarantina d’anni è stato fra i protagonisti della politica cittadina: più volte Sindaco, era entrato giovanissimo nel parlamentino casalese nel 1970 e nel 1974 veniva già eletto Assessore, carica che è tornato a svolgere più volte fino al 2009. E’ stato anche Presidente del Comprensorio di Casale Monferrato e Consigliere Provinciale”.
“Tante le iniziative e i risultati che lo hanno visto impegnato quale Sindaco; non è il caso di ripetere l’elenco delle realizzazioni, ma è da sottolineare la visione culturale che stava dietro alle sue intuizioni e alle scelte, mai casuali o interessate, ma sempre seguito di approfondimento e sguardo verso il futuro”.
“Come esponente politico ha saputo tenere unito, operante, e rappresentare, anche quando le rispettive visioni potevano configgere, anche di fronte ad accese discussioni nei passaggi più difficili, la presenza e l’impegno del popolarismo: come segretario ed esponente della DC, del PPI, infine della Margherita ma anche come leader indiscusso di un mondo culturale, sociale e politico che si rifaceva al cattolicesimo sociale, al solidarismo, al riconoscimento dell’articolazione e dell’autonomia della società civile”.
“Un’altra caratteristica di Riccardo è stata quella di aiutare sempre gli amici ad avere la consapevolezza che, insieme uniti e concordi, si era stati in grado di realizzare e costruire una presenza forte e utile per il bene comune e per sollevare la città dalle tante difficoltà e dal rischio di restare legata ad una visione provincialistica, mentre serviva restare aperti alla collaborazione, legati alla cultura globale, senza sterili campanilismi, o rinchiusi nel ricordo dei fasti passati di Capitale. Insieme alla profondità di analisi che dimostrava, ci ha sempre invitati a guardare fuori dai nostri confini, a confrontarci con altre esperienze, a guardare all’Europa (Casale città europea, era un suo slogan), a non improvvisare ma a basare le scelte concrete sul supporto della cultura. Valgono soprattutto per lui le parole che mi aveva scritto per ricordare un comune amico deceduto: “un altro amico che se ne va, di un gruppo che in modo irrepetibile ha dato molto alla città per trent’anni”.
“Vorrei anche ricordare di Coppo il suo essere stato per molti un maestro di politica e di amministrazione, di aver guidato, accompagnato, sostenuto chi assumeva incarichi o responsabilità; ha cercato di aiutare le generazioni più giovani ad impegnarsi, a non disperdere un patrimonio politico, e li ha anche sostenuti dal punto di vista elettorale perché si rendeva conto che una nuova classe politica doveva essere formata supportata”.
“Riccardo si è mantenuto coerente, nel percorso privato e pubblico, alle sue origini e agli insegnamenti ricevuti in famiglia e all’Oratorio dei salesiani e poi all’interno dell’Azione Cattolica grazie a sacerdoti di spessore. Il suo percorso “pubblico” è iniziato proprio dall’AC, dove fu dirigente e dove ricevette la spinta per dedicarsi al bene comune, mettendo a frutto anche le tante relazioni instaurate con i gruppi giovanili di città e paesi. Una coerenza di fede e di interprete di valori che gli era riconosciuta da molti, e che lo ha visto apprezzato anche dai Vescovi della città con cui intratteneva rapporti molto cordiali”.
“Ed infine l’attaccamento al mondo contadino che sapeva manifestare, oltre che con le parole, anche con l’accoglienza e la convivialità: la Cascina “Grup” ne era l’emblema, il ritrovo per tante discussioni e progettazioni; e insieme alle bottiglie del vino di produzione della sua famiglia stappate o regalate, ci parlava del nonno, delle sue battute, dei suoi insegnamenti. Non a caso l’ultimo suo impegno lo ha visto legato alla celebrazione del 50° della Doc; proprio in linea con la valorizzazione del territorio, della cultura contadina e dei prodotti tipici monferrini a cominciare dal vino”.
“Un Amministratore, una persona buona, un uomo coerente e coraggioso, soprattutto un amico sincero che ci accompagnerà in un modo diverso. Ciao Riccardo”.
Redazione On Line
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