Venerdì prossimo in tutt’Italia si celebrerà la Giornata della Memoria a perenne ed indelebile rimembranza dell’Olocausto, il genocidio della razza ebraica perpetrato dalla Germania nazista e dai regime fantoccio ad essa collegati, soprattutto nell’Europa centro- orientale ma pure in quella meridionale. Nei drammatici anni della seconda guerra mondiale in tutta la Germania come nell’occupata Austria, in Ungheria piuttosto che in Romania e nella Repubblica Ceca, in Polonia come a Roma furono in totale sei milioni i cittadini di religione ebraica rastrellati dalla Gestapo, dalle Ss, dalla Werhmacht, dalle Frecce Incrociate magiare, dai miliziani del rumeno Antonescu o dalla Polizia fascista e da quella ucraina per essere mandati verso morte sicura nelle camere a gas dei campi di sterminio. A tali rastrellamenti all’inizio pochi si opposero, specialmente nella madrepatria tedesca, perché come disse Bertold Brecht la “ cosa non riguardava la maggioranza dei cittadini”.
Sin dal 1942, però, nella cattolicissima Baviera, Germania meridionale, e, nella fattispecie, all’Università Ludwig- Maximilian della sua capitale Monaco un gruppo di giovani studenti, guidati da un loro professore Kurt Huber, organizzarono un movimento, chiamato “ Weisse Rose” cioè “ Rosa Bianca”, di tenace opposizione alla politica nazionalsocialista di Adolf Hitler ed alla Shoah. Il gruppo pensante del movimento era formato da cinque giovani, oltre che dal professor Huber. Di esso si conoscono soprattutto i fratelli Sophie ed Hans Scholl ma non si possono dimenticare gli altri loro compagni come Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf. Inizialmente indifferenti ai destini politici della loro Patria, come tantissimi tedeschi, i fratelli Scholl assunsero una posizione dichiaratamente anti- nazista dopo che, pur se universitari, da buoni patrioti parteciparono come soldati alle operazioni belliche sul fronte orientale. Qui, specialmente tra Polonia, Ucraina e Romania furono testimoni delle atrocità tedesche e dell’invio degli ebrei ai campi di sterminio. Iniziarono la loro attività politica al ritorno a Monaco di Baviera ed inondarono la Germania, soprattutto quella settentrionale e protestante, maggiormente filo- nazista, di volantini propagandistici. Denunciati alla Gestapo da un bidello dell’ateneo bavarese furono arrestati dagli sgherri di Hitler il diciotto Febbraio del 1943 insieme al professor Huber.
Drammatiche le scene dell’arresto avvenuto mentre, in un disperato tentativo di fuga, Sophie Scholl rifugiatasi ai piani superiori del Palazzo dell’Università inondò il cortile del palazzo di volantini anti- nazisti. Quattro giorni dopo l’arresto i tre vennero ghigliottinati. La stessa sorte toccò due mesi dopo agli altri membri del gruppo. Ora la memoria di quella coraggiosa avventura rivive grazie all’impegno dei ragazzi della quarta classe del Liceo Scientifico “ Colombo” di Sanremo che apre i battenti in Piazza Filippo Corridoni. Gli studenti matuziani, adeguatamente ed egregiamente coordinati dalla loro insegnante, la professoressa Sara Crespi, offriranno a tutti coloro che vorranno visitarla negli austeri spazi della scuola, ex Monastero delle monache turchine, una bella mostra proprio dedicata al gruppo della “ Rosa Bianca”. La mostra sarà visitabile Mercoledì, Giovedì e Venerdì della settimana prossima, concludendosi proprio il ventiquattro gennaio, “ Giornata della Memoria”.
Sergio Bagnoli